Un corretto quantitativo di ore dormite è necessario per irrobustire il sistema immunitario: contro Covid-19 c’è bisogno del sonno
350 a.C.: Aristotele suggerisce che la digestione nello stomaco produce vapori caldi che portano al sonno. Allo stesso modo, le persone con febbre sperimentano qualcosa di simile, spingendole a sonnecchiare per aiutare il processo di guarigione. Vediamo di seguito le conseguenze del riposo sul nostro organismo e il bisogno del sonno come elemento anche per combattere il Covid.
Il sonno rafforza le difese immunitarie
Sebbene l’idea dei vapori non abbia avuto successo, decenni di prove scientifiche dimostrano che il sonno è un modo solido per rafforzare il sistema immunitario contro raffreddori, influenza e infezioni respiratorie. Ciò vuol dire che il sonno può essere un potente strumento per combattere la pandemia da Covid-19 e non solo riducendo la probabilità o la gravità delle infezioni. Infatti, il sonno potrebbe in definitiva aumentare l’efficacia dei vaccini Covid-19, quando saranno disponibili.
Fino a quando un vaccino non sarà disponibile, la chiave per evitare di contrarre il Covid-19 è ridurre il più possibile il rischio di infezione. Con l’arrivo di nuovi dati sul sonno e su questa malattia, gli scienziati sperano di chiarire meglio il complesso funzionamento del sistema immunitario. L’obiettivo è fornire linee guida più chiare su come usare il sonno come arma per scongiurare la pandemia.
Gli esseri viventi e il sonno
Gli esseri umani non sono gli unici animali a beneficiare del sonno. Studi condotti alla fine del 1800 hanno dimostrato che quando cani e ratti sono completamente privati del sonno, muoiono entro un paio di settimane. Sulle persone, la privazione cronica del sonno ha anche conseguenze a lungo termine. Infatti, ciò aumenta il rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, demenza e depressione. Alcune di queste patologie croniche sono tra i fattori di rischio che aumentano la suscettibilità al Covid-19.
Quando sono stanche, le persone tendono anche a correre più pericoli. La perdita del sonno è particolarmente comune tra i soldati. Si pensi che negli USA molti centri di ricerca si occupano della comprensione di come il rimanere svegli troppo a lungo influisca sulla capacità di pensare e lavorare.
Per il cittadino, ciò potrebbe manifestarsi come il dimenticare di indossare le mascherine.
Dormire, ma il giusto
Prove crescenti mostrano anche che la privazione del sonno compromette la capacità di una persona di combattere una malattia una volta infettata. In una serie di studi, le persone con disturbi del sonno, quelle che hanno meno di cinque o sei ore di sonno per notte e quelle con risvegli notturni riportano tassi più elevati di malattie respiratorie, mal di testa e malattie correlate.
Allo stesso modo dormire troppo sembra controproducente.
Dormire più di 10 ore a notte è stato associato a tassi di malattia più elevati. Alcune condizioni di salute sottostanti, come la depressione, possono causare il sonno eccessivo. Oppure condizioni come il diabete e l’apnea notturna possono causare una scarsa qualità del sonno, portando a notti più lunghe con un sonno complessivo inferiore.
Alcuni esperimenti
Alcuni ricercatori dell’Università della California hanno reclutato 164 adulti sani per indossare dispositivi che monitoravano le loro abitudini di sonno per una settimana. Successivamente, i ricercatori hanno spruzzato gocce di rinovirus (uno dei virus causanti raffreddore) nel naso dei partecipanti. Infine, questi ultimi hanno iniziato una quarantena in un albergo per cinque giorni.
Il virus aveva la stessa probabilità di invadere i corpi delle persone e replicarsi, indipendentemente da quanto sonno avessero ottenuto. Ma coloro che hanno dormito meno di sei ore avevano 4,5 volte più probabilità di sviluppare sintomi del raffreddore, rispetto alle persone che dormivano di più di sette ore a notte.
I rinovirus sono buoni corollari per i coronavirus: entrambi appartengono alla classe dei virus parainfluenzali. Quindi sono utili per lo studio del Covid-19. Per prima cosa, le risposte immunitarie ad entrambi sembrano essere simili.
Sonno e bassi livelli socioeconomici: una correlazione
Il sonno e le relative conseguenze sulla salute sono anche intrecciati con i tipi di disuguaglianze sociali che la pandemia ha messo a nudo. È del 2017 uno studio in compaiono dati raccolti su 732 persone deprivate di ore di sonno. I ricercatori hanno trovato una relazione simile a quella prima descritta, ma con una particolarità.
Solo le persone con basso livello socioeconomico (reddito, istruzione e lavoro) hanno mostrato una maggiore probabilità di contrarre il raffreddore dopo essere stati privati del sonno. Queste disparità si rispecchiano anche nei tassi di infezione per il Covid-19.
Purtroppo, non tutti riescono a dormire a sufficienza, dato che le persone a basso reddito spesso svolgono più lavori, anche notturni.
Sonno e alterazione dei linfociti T
Gli studi che manipolano il sonno, privandone le persone o aumentandone la quantità, stanno iniziando a districare il motivo per cui esiste una relazione così intricata tra il sonno e il sistema immunitario.
Ad esempio, i linfociti T fanno parte del sistema immunitario e sono spesso descritti come i soldati che combattono le infezioni. Durante il sonno, le cellule T, dal sangue, si accumulano maggiormente nei linfonodi. Qui conducono la sorveglianza per gli agenti patogeni.
Studi dimostrano che solo una notte di privazione del sonno è sufficiente per mantenere i linfociti T in circolazione nel sangue, rendendoli meno capaci di riconoscere e rispondere ai virus invasori nei linfonodi.
Quando al corpo viene negato il sonno, le cellule T diventano quindi meno capaci di interagire con le cellule infettate da virus, riducendo il loro potere di combattere l’infezione.
Sonno e citochine infiammatorie
Anche le citochine, una categoria di molecole infiammatorie legate alla pandemia da Covid-19, sono al centro della ricerca sul sonno e sull’immunità. Le citochine pro-infiammatorie normalmente aiutano a organizzare una risposta immunitaria alle infezioni.
Ma la produzione di troppe di queste molecole si aggiunge a una tempesta di citochine, una reazione eccessiva associata a casi gravi e fatali di Covid-19.
Negli studi su raffreddore e influenza, le persone infette con sonno insufficiente mostrano sintomi peggiori, probabilmente perché livelli elevati di citochine pro-infiammatorie interferiscono con le cellule T e altre cellule immunitarie. Ovviamente i ricercatori non possono esporre eticamente le persone alla maggior parte delle malattie, incluso il Covid-19. Quindi, la ricerca sui vaccini ha offerto un altro modo per sondare la correlazione tra il ritmo circadiano e il sistema immunitario.
Il bisogno del sonno e gli anticorpi
Finora, gli studi hanno dimostrato in modo convincente che il sonno dà un aiuto importante al sistema immunitario. Ciò è particolarmente vero per gli anticorpi, che sono generalmente proteine a lunga durata che il corpo produce in risposta ai patogeni (e ai vaccini, tra cui quello per il Covid-19).
Gli anticorpi aiutano il corpo a “ricordare” quelle infezioni. In uno dei primi studi di questo tipo del 2002, un gruppo di persone ha dormito circa otto ore per quattro notti prima di ricevere un vaccino antinfluenzale. In seguito, ha dormito la stessa quantità per le due notti dopo l’iniezione.
Dieci giorni dopo, i ricercatori hanno riferito che i livelli di anticorpi influenzali dei partecipanti erano più del doppio di quelli delle persone di un altro gruppo che avevano dormito solo quattro ore a notte nello stesso periodo. Questi vantaggi degli anticorpi portano a risultati di salute misurabili, anche a lungo termine. Uno studio ha collegato un sonno migliore prima di ottenere la vaccinazione contro l’epatite B con una minore probabilità di contrarre la malattia nei successivi sei mesi.
Dato l’intenso interesse per lo sviluppo di un vaccino Covid-19, un comportamento semplice che potrebbe rendere le immunizzazioni più efficaci, come il riposo, sarebbe una importante notizia.
Se il sonno porta a una migliore risposta al vaccino rispetto alle persone che ne sono cronicamente private, in futuro si potrebbe verificare se dormire di più, in chi assume farmaci per altre patologie, potrebbe fornire gli stessi benefici.
Ma non solo il bisogno del sonno…
Ovviamente occorre sottolineare che il sonno notturno non è l’unico fattore che influisce sulla suscettibilità alle malattie.
L’esercizio fisico, i livelli di stress, il fumo, il consumo di alcol e altri fattori spiegano anche perché solo un sottogruppo di persone si ammala se esposto a un determinato virus.
I ricercatori consigliano di dare la priorità al dormire per le persone che ne hanno la possibilità, data la sua influenza sul rischio di infezione, tra cui quella da Covid-19.
Ad esempio, avere un programma di sonno regolare è un modo efficace per ottenerne una qualità superiore. Sono raccomandate almeno sette ore a notte per migliorare la possibilità di rimanere in buona salute durante la pandemia da Covid-19.
Conclusioni
In conclusione, regolare il proprio ritmo sonno veglia assume grande importanza per la prevenzione al Covid-19. Questo ridurrebbe inoltre la predisposizione anche ad altre patologie croniche a loro volta predisponenti alle infezioni virali, tra cui quella da Covid-19
Agostino Fernicola