“Carla Lonzi. Un’arte della vita” è la biografia uscita il due marzo con DeriveApprodi. Carla Lonzi è stata critica d’arte e femminista. Giovanna Zapperi parte da quando l’intellettuale abbandona la critica d’arte per dedicarsi interamente ad individuare nuovi percorsi di linguaggio e di analisi per spiegare le basi di un movimento complesso come quello femminista in Italia. Un volume prezioso perché la figura della Lonzi è sempre stata poco raccontata per la zona d’ombra che si viene a creare fra quelle che vengono considerate due professioni differenti. Difficile quindi ricondurla verso canoni tradizionali e sicuri. La Zapperi parte proprio da questo “fattore” per ricostruire una figura di una donna che non ha mai abbandonato né la critica e nemmeno l’arte, ma solo il soggetto rappresentato.
In realtà il mio lavoro non ambisce a restituire una visione esaustiva del pensiero di Carla Lonzi, né a ricostruire le diverse tappe della sua biografia in modo lineare. Si tratta piuttosto di seguire la linea tracciata da una serie di domande che prendono le mosse da un’indagine del nesso che lega la sua riflessione femminista all’esperienza della critica d’arte.(“Carla Lonzi. Un’arte nella vita”,Giovanna Zapperi)
Sono queste le basi da cui parte Giovanna Zapperi nel suo riscoprire Carla Lonzi, critica d’arte e femminista di punta tra gli anni ’60 ei ’70 del 1900. Anzi, aggiunge che la consequenzialità degli eventi, ovvero il suo lasciare la critica dell’arte a favore della “critica e analisi” della storia delle donne, è molto meno marcata di come possa sembrare. Carla Lonzi non lascerà mai l’arte.
Una nuova ricerca, un processo creativo…
Lei che era interessata a tutte le forme d’arte e al linguaggio attraverso cui l’opera parlava ai suoi fruitori “reinventa inoltre una serie di forme espressive «minori», come la conversazione, il diario, il manifesto, in un modo che suggerisce un rovesciamento tra maschile e femminile, tra pubblico e privato”. E fa molto di più dice l’autrice di questa interessante biografia. “Per Lonzi il femminismo è da intendere nei termini di un processo creativo che trova i suoi punti di aggancio nella pratica collettiva del gruppo (l’autocoscienza) e in quella individuale della scrittura”E prosegue: “Ciò che il femminismo crea è una nuova soggettività, un «soggetto imprevisto» che si sottrae ai rapporti di forza patriarcali affermando la propria autonomia”.
Non è solo una biografia
Dire che quella che “Carla Lonzi. Un’arte della vita”, uscita il 2 Marzo nel catalogo DeriveApprodi a firma di Giovanna Zapperi, sia solo una biografia è un po’ riduttivo insomma. La figura di Carla Lonzi, come ammette la stessa autrice di questo lavoro, non è mai stata facile da inquadrare. Nata nel 1931 a Firenze, in una famiglia medio borghese, laureata in lettere con lode. Decide si da subito di affrancarsi dalla famiglia e di mantenersi da sola. Lavora, scrive finché non decide di aderire al nascente movimento femminista. E’ negli anni ’70 che fonda un suo gruppo.
“Carla Lonzi e il gruppo da lei fondato rappresentarono un’avanguardia perché furono in grado di anticipare con largo margine i punti focali che sarebbero poi appartenuti all’intero movimento femminista, riuscendo ad intuire sin dal principio l’imprescindibilità di alcune pratiche quali il separatismo e l’autocoscienza. Rappresentarono anche un’esperienza assolutamente originale, per alcuni caratteri distintivi, come l’utilizzo costante della scrittura, l’importanza ad essa attribuita e la conseguente pubblicazione di numerosi testi attraverso la fondazione di una propria casa editrice, chiamata essa stessa Rivolta Femminile” (via Wikipedia “Carla Lonzi“)
La Lonzi vagliava l’opera d’arte non solo con il proprio sguardo, ma con la propria esperienza. Come aveva imparato dal suo maestro…(Massimo Romeri,il Manifesto)
E lo stesso metodo esplora il mondo femminile nel suo rapporto con il corpo e con la società del tempo. Dagli anni ’70 in poi la Lonzi lavora per decostruire, analizzare e ricreare un linguaggio. Un modo di comunicare nuovo che possa adattarsi ad un movimento nascente che cerca la propria identità. E da qui parte l’analisi della Zapperi. Grazie anche al ritrovamento di alcuni documenti, attraverso l’analisi degli scritti pubblicati. Pezzo per pezzo, tutto comincia a combaciare e a restituire un quadro decisamente più nitido. Carla Lonzi diventa una donna che non è solo impegnata a far nascere una coscienza comune, ma a riscoprire anche se stessa.
E probabilmente ricordando questo che noi donne ci dobbiamo avvicinare alla figura di una donna che ha precorso i tempi. Per quanto possa sembrare assurdo, Carla non è mai stata prevedibile. Ogni posizione da prendere viene da una precisa analisi. Mai per caso. Da questo punto parte Giovanna Zapperi e dovremmo farlo anche noi.
I riferimenti del libro: “Carla Lonzi. Un’arte della vita”, Giovanna Zapperi, DeriveApprodi (pg. 320, prezzo 20,00€)
Simona Scravaglieri