Binario della Memoria a Roma per non dimenticare la Shoah

binario della Memoria

Ottant’anni dopo il tragico evento, la stazione Tiburtina di Roma diventa luogo di memoria con un’installazione multimediale dedicata al rastrellamento del Ghetto di Roma. Installazione collocata sul binario 1, dal quale vennero deportate oltre mille persone il 18 ottobre 1943 verso Birkenau, motivo per cui è stato chiamato il binario della Memoria. Le voci dei sopravvissuti, attraverso video-testimonianze, ripercorrono la drammatica vicenda.

Ottant’anni dopo il tragico rastrellamento del Ghetto di Roma, la memoria degli ebrei deportati e uccisi durante la Shoah viene tenuta viva da un’installazione multimediale inaugurata presso la stazione Tiburtina. Proprio su quel binario, da cui partirono i treni carichi di innocenti destinati ai campi di sterminio nazisti, le loro voci risuonano oggi, raccontando la drammaticità di quei giorni e la brutalità della persecuzione.

L’installazione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah, si compone di pannelli informativi e di una serie di video-testimonianze di alcuni sopravvissuti al rastrellamento. Attraverso le loro parole, frammenti di ricordi carichi di dolore e speranza, il pubblico viene catapultato in quell’alba del 18 ottobre 1943, quando oltre mille persone furono strappate alle loro case e alle loro vite.



Le immagini d’epoca, i documenti storici e le ricostruzioni virtuali aiutano a ricostruire la cronaca di quel tragico evento, offrendo una rappresentazione viscerale della paura e dell’angoscia vissute dai deportati. Un’esperienza immersiva che non solo ripercorre la storia del rastrellamento, ma invita a riflettere sull’importanza della memoria e sul pericolo dell’antisemitismo e di ogni forma di discriminazione.

L’installazione è stata inaugurata stamattina dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, assieme alla Senatrice della Repubblica Italiana Ester Mieli, al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, al Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e all’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris.

L’installazione multimediale alla stazione Tiburtina rappresenta un importante tassello nel percorso di memoria della Shoah. Un luogo di incontro e di riflessione, dove le storie dei sopravvissuti assumono il ruolo di monito contro l’indifferenza e l’oblio. Un invito a coltivare la memoria e a costruire un futuro di pace e di rispetto per tutti.

Roberto Gualtieri ha ricordato quanto sia importante “scolpire nei luoghi segni tangibili della Memoria e del ricordo”. Secondo Francesco Rocca il binario 1 deve essere “il simbolo di un abisso che non dobbiamo dimenticare”.

Non sono mancate le parole di Ester Mieli, ricordata anche come la nipote dello scrittore e superstite dell’olocausto italiano Alberto Mieli, la quale ha detto che:

«Non giriamoci dall’altra parte, non facciamo cadere nel vuoto quegli atti di antisemitismo».

Anche Sangiuliano ha condiviso una riflessione in merito:

«Continua un percorso alla memoria. Quando fui nominato Ministro il primo atto pubblico fu quello di recarmi presso la Comunità Ebraica di Roma, poi accogliendo la sollecitazione della senatrice Segre, abbiamo realizzato un totem e un percorso illustrativo al binario 21 di Milano. Portiamo avanti questo progetto della memoria ricordando quello che avvenne qui alla stazione Tiburtina di Roma».

Un percorso di approfondimento che permette di conoscere meglio la storia di quel tragico evento e di riflettere sulle sue implicazioni storiche e morali.

L’iniziativa della Fondazione Museo della Shoah rappresenta un esempio di come la memoria della Shoah possa essere trasmessa in modo innovativo e coinvolgente, utilizzando le nuove tecnologie per raggiungere un pubblico più ampio. Un impegno fondamentale per mantenere viva la memoria delle vittime e per educare le nuove generazioni al rispetto e alla tolleranza.

Un riferimento anche all’attualità, visto che sono sempre più numerosi gli episodi di antisemitismo. Ciò dimostra come la storia non ci abbia insegnato abbastanza. Non dobbiamo sottovalutare questi episodi, indipendentemente dalla forma in cui si manifestano: aggressioni fisiche, insulti e minacce sul web, ma anche offese verbali e scritte contro le persone ebree.

Patricia Iori

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