Billy Wilder nasceva oggi.Ecco cinque suoi film che non potete aver perso

Non si può affermare di essere davvero appassionati di cinema se non si ha mai visto un film di Billy Wilder: un’affermazione tanto perentoria quanto vera dato che ci si riferisce ad uno dei maggiori registi della storia del cinema.

Nato nell’allora Austria-Ungheria (adesso Polonia), da una famiglia di ebrei tedeschi, conseguì una laurea in giurisprudenza e, sebbene il suo sogno fosse di fare l’avvocato, si ritrovò quasi per caso a lavorare come giornalista, prima a Vienna e poi Berlino, dove per sbarcare il lunario lavorò anche come ballerino a prestito ed iniziò ad interessarsi al mondo del cinema, scrivendo e sceneggiando per alcuni registi europei. Con l’ascesa al potere di Hitler, decide di trasferirsi prima a Parigi dove dirige il suo primo film dal titolo “Amore che redime” (1933) che ebbe scarso successo; e poi di spostarsi definitivamente negli Usa. Sua madre, il suo patrigno e sua nonna subiranno purtroppo le conseguenze della follia nazista e moriranno, vittime dell’Olocausto, nel 1943.
Ad Hollywood condivide un appartamento con Peter Lorre, attore ungherese stella del cinema noir, e con l’appoggio di altri emigrati ebreo-tedeschi del mondo delle arti continua il suo lavoro nel cinema soprattutto a fianco di Ernst Lubitsch che lo sceglie come sceneggiatore del suo film “Ninotchka”, interpretato da Greta Garbo e grazie a cui ottiene la sua prima nomination agli’Oscar. Billy Wilder ha spesso dichiarato quanto ammirasse Lubitsch, che fosse il suo regista preferito e teneva in ufficio un cartello con scritto “”Come farebbe Lubitsch?”. Il suo debutto americano nel cinema lo ebbe nel 1942 con “Frutto Proibito”, commedia brillante e pruriginosa (per l’epoca) interpretata da Ginger Rogers, la quale fu solo la prima dei tanti grandi attori di Hollywood che lavorarono per Billy Wilder, tra essi ricordiamo: Marlene Dietrich, William Holden, Gloria Swanson, Audrey Hepburn, Humphrey Bogart, Marilyn Monroe, Tony Curtis, Walter Matthau e ovviamente Jack Lemmon, con cui stringerà uno dei più proficui sodalizi della storia del cinema.
Grande giocatore di poker e collezionista d’arte, negli ultimi anni diventò patrono del Billy-Wilder-Institute, scuola tedesca di arti sceniche per giovani produttori e sceneggiatori. Sebbene non affrontasse molto il tema dell’Olocausto, fu chiaramente sempre una ferita aperta per lui tanto che quando Steven Spielberg gli chiese di dirigere “Schindler’s List”, a cui Wilder aveva collaborato, disse di sentirsi troppo vecchio per affrontare un tema così doloroso e personale.
Riconosciuto universalmente come il padre della commedia brillante americana, in realtà Wilder si destreggia tra i generi, dalla commedia al noir, dal dramma al comico, sempre con maestria ed eleganza, toccando spesso con garbo e leggerezza temi scottanti per l’epoca (e che forse persino ora sarebbe un tabù mettere in scena). In quasi 50 anni di carriera ha regalato al mondo 26 film come regista, alcuni in bianco e nero e altri in tecnicolor, entrati nella storia del cinema, vincendo 6 Oscar su 21 nomination.
Oggi, nel giorno dell’anniversario della sua nascita, vi proponiamo 5 film, certi che ve ne innamorerete e non potrete fare a meno di vedervi anche tutti gli altri.
La fiamma del peccato (1943). Purtroppo malamente tradotto in italiano per avere un titolo più accattivante dell’originale (Double Indemnity), si tratta di un noir in banco e nero interpretato Barbara Stanwyck e Fred MacMurray. Narra la bizzarra vicenda di un assicuratore e del suo particolarissimo rapporto con una cliente. Il film inizia … a cose fatte, dato che troviamo il nostro protagonista gravemente ferito intento a raccontare la sua storia ad una collega. Il film è tra i preferiti di Woody Allen che gli rende omaggio nel suo film Misterioso omicidio a Manhattan e compare anche nella quinta stagione della serie tv House of cards.
Viale del Tramonto (1950). Maestoso film drammatico in bianco e nero, considerato dai più come il capolavoro assoluto del regista, narra la storia di un stella del cinema muto, ormai in declino a causa dell’avvento del cinema parlato e a colori, pressoché dimenticata e incapace di accettare il tempo che passa e lo sfiorire della sua bellezza. Murata viva per scelta nella sua sfarzosa casa, intreccerà un rapporto di convenienza e velatamente erotico con un giovane soggettista di Hollywood che condurrà ad una serie di equivoci e ad un evento tragico, di cui noi spettatori sappiamo tutto subito dato chi ci racconta la storia è proprio il protagonista, che giace morto in piscina. Meravigliosa prova recitativa della ex star del muto Gloria Swanson, che fa il verso a sé stessa e ci accompagna tra i nomi e gli ambienti della vecchia Hollywood.
Sabrina (1954). Brillante commedia sentimentale interpretata da tre giganti della storia del cinema: Audrey Hepburn, Humphrey Bogart e William Holden (al suo terzo film con il regista). Racconta la vicenda di Sabrina Fairchild, ragazza timida e graziosa, di umili origini, che cerca di trovare l’amore, destreggiandosi tra due fratelli, appartenenti alla borghesia industriale, completamente diversi tra loro. Il film vinse l’Oscar come miglior costumi. Con la Hepburn, Wilder girerà anche “Arianna” (1957).
A qualcuno piace caldo (1959). Forse la sua opera più popolare, questa commedia brillante deve il suo successo ad un ritmo sfrenato, a battute che sono entrate nel linguaggio comune (“Nessuno è perfetto!”) e ad un trio stellare: Jack Lemmon, Tony Curtis e Marilyn Monroe. Una classica commedia degli equivoci che vede protagonisti due musicisti in bolletta e parecchio nei guai che usano tutta la loro creatività per sbarcare il lunario (e per salvarsi la vita) andando a sbattere, niente meno, contro l’icona sexy per eccellenza. Un film che costò fatica a Wilder, proprio a causa della Monroe: con questa secondo film insieme, si chiude la loro collaborazione non poco faticosa su cui il regista ha spesso scherzato, arrivando ad affermare sarcasticamente “Ho discusso di questo film con il mio medico e il mio psichiatra e mi hanno detto che sono troppo vecchio e troppo ricco per farlo di nuovo.”
L’Appartamento. (1969). Regina tra le commedie di tutti i tempi, questa opera si regge interamente sulle spalle di uno splendido Jack Lemmon, impiegato mediocre ma astuto di una grossa compagnia di assicurazioni, e di una bravissima Shirley MacLaine, “ragazza ascensore” per la stessa compagnia, un po’ ingenua e sfortunata con gli uomini. Questa coppia stellare sarà diretta, nuovamente, in “Irma la dolce” (1963): commedia delicata ed irriverente sulla prostituzione a Parigi. Due vere chicche da non perdersi.
Come bonus, visto che non ci basta mai, aggiungiamo per voi anche: Uno,due,tre! (1961), film comico dai toni surreali ambientato nella Berlino divisa postbellica; e Avanti! Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, commedia sentimentale ambientata in Italia, ad Ischia, a cui hanno partecipato diversi grandi caratteristi italiani dell’epoca.

Non resta che augurarvi buona visione e Buon Compleanno Billy!

Alice Porta




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