Big eyes è il soprannome dato ai dipinti dell’artista statunitense Margaret Keane. La particolarità dei suoi quadri è quella di avere come protagonisti soggetti dagli occhi sproporzionatamente grandi. Si tratta principalmente di bambini, donne e animali posti al centro di uno sfondo con pochi elementi, luminoso o tetro. Gli anni sessanta conoscono la maggiore attività dell’artista, che dipinge tutt’oggi all’età di novanta tre anni. Forse molti conoscono le vicende personali di Margaret Keane, ma pochi si sono soffermati sul significato dei suoi quadri che sarà qui analizzato.
Il successo mediatico
I particolarissimi Big eyes dell’artista fanno il giro del mondo a causa di un acclamato caso furto: chi conosce l’artista o magari ha visto il film di Tim Burton a lei dedicato, saprà che per anni il marito Walter Keane si è assunto la paternità dei sui quadri, lasciando in ombra la vera artista. Non bastò una causa a portare a galla la verità ma ci fu bisogno di una prova tangibile. Ai due fu chiesto in tribunale di dipingere un quadro, e mentre Walter si rifiutò accusando un dolore alla spalla, Margaret completò l’opera in cinquantatre minuti, vincendo la causa e soprattutto rivendicando la maternità dei suoi quadri, esposti alla Keane Gallery.
Il significato celato dei Big Eyes
L’artista Keane veste la verità del mondo in stile pop art. Il significato sociale dei suoi quadri è celato negli occhi. Sono i “soggetti deboli” a prendere la parola in silenzio, a chiedere perché. Sono proprio gli enormi occhi espressivi a dare vitalità alla staticità del ritratto. La grandezza dei Big eyes, da molti criticata per la sproporzione, li rende il centro focale del volto proprio per ammutolire lo spettatore davanti ad ingiustizie e soprusi di ogni genere. Bambini in lacrime, donne spaventate e animali indifesi emergono dagli angoli più bui della storia e chiedono di ricucirne i tagli. Ancora oggi purtroppo le disuguaglianze sociali rendono necessario uno sguardo divergente. I volti angelici dai Big eyes sono portavoce di umanità. Esortano a non smettere mai di comunicare e cercare di migliorare la storia.
Elena Marullo