Il bicarbonato di sodio trova molteplici usi nella vita di tutti i giorni, dall’igiene personale fino alla pulizia ma non cura il cancro. Questo è quanto stabilito dal giudice monocratico di Roma che ha accusato l’ex oncologo Tullio Simoncini e il collaboratore Roberto Gandini. L’accusa è di omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione. Il medico dovrà scontare cinque anni e sei mesi di reclusione, il suo collaboratore due anni.
La terapia Simoncini: il bluff del bicarbonato
Simoncini ha utilizzato, per promuovere la sua terapia, un fenomeno scientifico ben studiato, noto come effetto Warburg. Otto Heinrich Warburg è un fisiologo tedesco, vincitore del premio Nobel per la medicina nel 1931 grazie alle sue scoperte sul metabolismo dei tumori. Il fisiologo aveva scoperto che i tumori rilasciano nell’organismo scorie acide. Le scorie acide possono essere debellate, in teoria, da sostanze basiche. Una sostanza basica è, appunto, il bicarbonato.
L’ex oncologo, ha quindi utilizzato gli studi di Warburg per dare credito alla sua terapia. Ma l’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) smentisce:
I primi esperimenti col bicarbonato, condotti già negli anni Cinquanta, hanno smentito l’utilità di questa ipotesi terapeutica. In primo luogo perché assumere bicarbonato per bocca non rende meno acido l’ambiente intorno al tumore e, in secondo luogo, perché i dosaggi necessari a modificare in modo sostanziale il pH dei tessuti sono talmente elevati da creare danni agli organi sani
I precedenti
Simoncini, finalmente, è stato condannato per il suo metodo. Nonostante fosse già una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Nel 2006 era stato radiato dall’albo per truffa e omicidio colposo per la morte di tre persone che si erano sottoposte alle sue cure.
Nel 2011, l’AGCM gli aveva fatto divieto di proseguire la sua attività. Questo non ha fermato il “guaritore”, che invece continuava a diffondere la sua teoria grazie a discepoli e all’uso di Internet. Nel sito, che il furbo medico aveva intestato ad altre persone, sono elencate partecipazioni a congressi internazionali di medicina. Ma, in realtà, i congressi non sono altre che riunioni di guaritori, medici alternativi e addirittura ufologi e operatori dell’occulto.
L’attuale condanna
Sei anni fa, in una clinica di Tirana, Simoncini e il collaboratore avevano sottoposto alla cura del bicarbonato un paziente italiano. Luca Oliviotto, 27 anni di Catania, era affetto da una gravissima forma di tumore al cervello. Le parole dell’ex oncologo, che si leggono sul sito, nutrono le speranze del ragazzo:
Il 70 per cento delle volte ci si salva, e i rischi sono minimi
Il ragazzo morì due giorni dopo l’inizio della cura per una gravissima alcalosi metabolica.
Avrei tante cose da dire ma non lo farò, mi limito a riportare le parole dei legali della famiglia Oliviotto:
La sentenza di oggi ha messo un punto sulla dolorosa vicenda della famiglia Olivotto, dando la speranza che simili pratiche, tanto prive di attendibilità scientifica quanto pericolose, possano cessare di esistere e di provocare altre vittime
Elena Carletti