Quando si discute di diritti femminili, uno dei principali bersagli della critica femminista è stata l’istituzione religiosa e le sue norme, che molto spesso hanno trasmesso e trasmettono un ideale di donna sottomessa, passiva e ubbidiente al volere del padre e del marito; in molte religioni la donna ottiene importanza solo esclusivamente nel ruolo di madre e moglie e la sottomissione all’autorità maschile è considerata un metro di giudizio.
Lo spazio per altri tipi di figure femminili non solo sembra non esistere, ma anzi i modelli per le fedeli si limitano a due archetipi opposti: la santa e la peccatrice. Esemplare è la figura di Maddalena, descritta solo come una prostituta pentita, o Maria, per rimanere nell’ambito cristiano. I modelli femminili positivi maggiormente proposti non sono personaggi attivi e che ricoprono ruoli di potere, ma quelli sottomessi e ubbidienti. La Bibbia sotto questo aspetto è incompatibile con i valori di una stato democratico, in cui tutti hanno pari diritti e doveri.
La limitazione alla libertà della donna e la sua subalternità alle figure maschili è d’altronde un elemento comune a molti culti religiosi estremisti e settari, ma non solo. Ancora oggi nella chiesa cattolica il sacerdozio femminile è ancora tabù e motivo di scomunica, anche se molte confessioni cristiane, in particolare quelle legate al variegato mondo protestante, hanno aperto i pulpiti e gli altari alle sacerdotesse e alle predicatrici.
Un cambio di prospettiva
Non sono però d’accordo con questa visione due teologhe di Ginevra, Lauriane Savoy ed Elisabeth Parmentier, che hanno deciso di proporre un’interpretazione della Bibbia attraverso un’ottica femminile, mostrando come in realtà quegli stessi passi tanto criticati per il loro sessismo siano stati interpretati e forzati ad arte per essere uno strumento di oppressione sociale, compiendo un processo di ritraduzione e contestualizzazione dei testi considerati.
Questo progetto ha visto la collaborazione di altre diciotto teologhe provenienti da tutto il mondo e da tutte le confessioni cristiane: il frutto di questo lavoro collettivo é Une Bible des femmes, uscito nell’ottobre scorso per la casa editrice Labor et Fides. In quest’opera non c’è solo un lavoro filologico sui testi, ma è presente anche una ricerca e un’analisi sui personaggi biblici femminili, che offre un innovativo cambio di prospettiva. La già citata Maddalena, se può sembrare sottomessa nell’episodio dell’incontro con Gesù, tuttavia è l’unica che non ha abbandonato quest’ultimo nel momento della sua condanna a morte, e gli è rimasta vicino alla croce, dimostrando più coraggio degli stessi apostoli che avevano abbandonato il Messia. Coraggio dimostrato anche nel momento in cui decide di andare alla tomba di Gesù quando nessun altro l’avrebbe mai fatto. Poi vengono poste in luce regine, sacerdotesse e donne di potere importanti per la narrazione biblica, sfatando un luogo comune portato avanti dai critici delle religioni, ma che comunque è reale a causa del lavoro di teologi, sacerdoti e studiosi che hanno voluto proporre e inculcare una determinata visione che però non trova un riscontro vero quando si vanno ad esaminare i testi originali. Tali sviste interpretative tuttavia interessano anche i contemporanei ripensamenti su personaggi del racconto biblico, come viene fatto notare Savoy e Parmentier: anche qui Maddalena rappresenta un esempio calzante, poiché negli ultimi anni si è visto un vero cambiamento del suo rapporto rispetto a Gesù, fino a diventarne la moglie, secondo le interpretazioni più azzardate e relegandola ad un ruolo marginale, sminuendo la sua reale importanza.
È curioso che tale iniziativa abbia avuto luogo in una delle più importanti capitali del protestantesimo europeo e che si proponga una rilettura dei testi alternativa a quella consueta, quasi a voler ripercorrere lo spirito della Riforma protestante nato nel fermento culturale della prima metà del XVI secolo e che ha cambiato per sempre il rapporto della chiesa con la società ed il potere statale. Altro importante elemento da non sottovalutare è come quest’opera mostri un lato poco conosciuto del mondo femminista, legato alla spiritualità e alla religiosità, in cui le donne rivendicano il loro spazio e il loro diritto ad una parità nelle istituzioni sacre, sia come fedeli che come membri attivi del culto.
Barbara Milano.