Dai fratelli Grimm a Walt Disney: ecco a voi Biancaneve
Era il 1812 quando Jacob e Wilhelm Grimm pubblicarono la raccolta Fiabe dei bambini e del focolare. Essa conteneva la fiaba Biancaneve, che però era profondamente diversa da quella che conosciamo oggi. È la madre della fanciulla a tentare di ucciderla, non la matrigna. Inoltre è merito dei servitori del principe se, alla fine, la ragazza torna in vita: stanchi di trasportarla di qua e di là, la scuotono per le spalle, facendole sputare il pezzo di mela.
La versione che conosciamo meglio è sicuramente quella targata Disney. Uscito nel 1937, Biancaneve e i sette nani fu chiamato dai più “la pazzia di Disney”. Si pensava, infatti, che il progetto sarebbe stato un fallimento. Walt Disney, però, continuò a seguire la sua idea e alla fine dimostrò ai più scettici che si sbagliavano.
Una versione edulcorata
Spesso dimentichiamo la vera storia di Biancaneve. La fiaba dei fratelli Grimm era molto più sinistra e cupa della versione cinematografica. Sapevate che, alla fine, sono Biancaneve e il principe ad uccidere la madre della ragazza? I due la invitano a palazzo e la costringono ad indossare un paio di scarpe infuocate e a danzare fino alla morte.
Secondo alcuni storici, la vicenda sarebbe basata sulla vita di Maria Sophia von Erthal; secondo altri studiosi, dietro la fiaba ci sarebbe Margaretha von Waldek. Nessuna delle due storie ha un lieto fine. Maria Sophia, vissuta nel ‘700, era figlia di un vedovo molto ricco che si risposò con una contessa che non amava i bambini. Quest’ultima mandò via la figliastra, che divenne una vagabonda. La ragazza morì di vaiolo pochi anni dopo.
La storia di Margaretha non è molto più allegra. Vissuta nel ‘500, era la figlia di Filippo IV e della sua prima moglie. Ancora adolescente, fu mandata in esilio a Bruxelles, dove morì ventunenne in circostanze misteriose. Molto probabilmente, fu avvelenata.
E i sette nani? A quanto pare, essi erano gli schiavi bambini di Filippo IV, sfruttati per il loro lavoro in miniera. A causa degli stenti e della fatica, crebbero deformi.
Meglio l’illusoria, ma meno traumatica, finzione disneyana.
Un mito che dura da 80 anni
Biancaneve e i sette nani, oltre ad essere stato il primo film d’animazione statunitense, fu anche il capostipite della dinastia delle Principesse Disney. Ed è proprio per celebrare un mito che dura da 80 anni che, dal 14 ottobre al 25 febbraio 2018, si terrà una mostra dedicata a Biancaneve, Cenerentola, Belle e tutte le altre eroine Disney.
Sogno e avventura: 80 anni di principesse nell’animazione Disney è una mostra imperdibile. L’appuntamento è al WOW Spazio Fumetto, museo milanese dedicato alle illustrazioni e alle immagini animate. Un’occasione unica per ripercorrere 80 anni di successi Disney. Le donne saranno le protagoniste indiscusse.
Da Biancaneve a Merida: com’è cambiata la figura femminile
L’esposizione non vuole celebrare solo gli 80 anni di Biancaneve e i sette nani. Essa vuole mostrarci il profondo cambiamento della figura femminile nel mondo Disney. Da fanciulle inerti da salvare, esse si sono trasformate pian piano in ragazze coraggiose e indipendenti. Biancaneve e Merida (Ribelle – The Brave) non potrebbero essere più diverse. La prima attende passivamente che un bacio la svegli dal sonno profondo; la seconda ha un carattere molto forte e, per evitare di sposarsi, gareggia per “vincere la sua mano”.
Manifesti cinematografici, giochi, spartiti di colonne sonore, video, fumetti: questo e molto altro nella mostra del WOW Spazio Fumetto. Da Biancaneve a Merida, passando per Aurora, Ariel, Mulan e Rapunzel, ripercorrerete 80 anni di magia Disney vista attraverso gli occhi delle donne. Conoscerete le origini delle vostre storie preferite, scoprendo geni come i fratelli Grimm, Charles Perrault e Hans Christian Andersen. Una mostra che ricorderete per molto tempo.
Veronica Suaria