Travaglio e la Guzzanti ci illuminano sulla figura di Guido Bertolaso

Ultima Voce Bertolaso

Fontana nomina Bertolaso Consulente della Lombardia

Guido Bertolaso è stato il capo della Protezione Civile per più di dieci anni, voluto da Prodi nel 1996 e da Berlusconi nel 2001. RenziSalvini hanno pregato il suo aiuto per far fronte all’emergenza Coronavirus, allorché l’invocato ha replicato: “Grazie, ma resto in Africa.”

Bertolaso ha cambiato idea una settimana dopo, quando il governatore della Lombardia Fontana ha richiesto il suo operato. “Non potevo rifiutare,” sostiene Bertolaso. “Voglio dare una mano nell’epocale battaglia contro il Covid-19.” Continua: “Tutta la mia vita è stata dedicata ad aiutare chi è in difficoltà e a servire il mio paese.”

Dunque l’ex capo della Protezione civile oggi è Consulente della Lombardia, un lavoro dalla quale ricaverà un importo simbolico di 1 euro. Il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha reagito affermando: “Gli offro 2 euro per stare a casa.”

Cronologia dell’operato di Bertolaso

Commissario straordinario per la prevenzione della SARS, per l’emergenza dei vulcani delle Isole Eolie, per la crisi dei rifiuti in Campania, per le aree marittime di Lampedusa, per il Giubileo del 2000, per la presidenza del G8 del 2009 e molto altro. Una carriera di tutto rispetto, si direbbe; malgrado ciò, non sono mancate le critiche.

Travaglio a parte, va ricordato il documentario della regista Sabina Guzzanti Draquila – L’Italia che trema,” nel quale la suddetta accusò Bertolaso e Berlusconi d’aver tentato di rendere la Protezione Civile una società per azioni.

Fabrizio Gatti de L’Espresso ha evidenziato come la Protezione Civile di Bertolaso fosse passata da 320 dipendenti a 800, “tutti assunti ad personam, senza concorso e senza preparazione sul campo.”

L’emergenza dei rifiuti in Campania

2007. In sessanta giorni “grazie a lui è finita l’emergenza rifiuti,” dichiarò Berlusconi riferendosi al proprio compare. In tale occasione i cittadini del luogo protestarono, poiché Guido e Silviuccio avrebbero “risolto il problema inquinando le falde acquifere,” o meglio “rendendo legale ciò che prima era illegale.”

La Protezione Civile di Bertolaso avrebbe reso possibile “bruciare negli inceneritori anche quello che per legge non si può bruciare.” A giudicare da ciò, il vanto berlusconiano sarebbe equiparabile agli oziosi che levano la polvere dal tappeto per nasconderla sotto il comodino.

Bertolaso è stato accusato di violazione delle norme sullo smaltimento dei rifiuti, prima che l’inchiesta venisse archiviata.

I terremotati de L’Aquila 

2009. Dopo mesi di scosse sismiche nel capoluogo abruzzese, l’allora capo della Protezione Civile rassicurò i cittadini, “inducendo molti a tornare a casa alla vigilia della scossa letale che fece 309 morti,” aggiunge Travaglio. Bertolaso venne indagato per disastro colposo e per omicidio colposo plurimo, avendo sottovalutato la pericolosità delle scosse, prima d’esser assolto.

Piccola parentesi: dal 1992, per legge, la Protezione Civile può trasgredire le norme in modo da poter agire rapidamente, in caso di emergenza. Nel 2001 Berlusconi ha affiancato i grandi eventi alle emergenze, estendendo smisuratamente il potere della Protezione Civile.

La Guzzanti ci fa notare che questo furbo ritocco abbia permesso l’esclusione del sindaco e dei cittadini dalle decisioni relative alla loro stessa città (chiamasi democrazia) oltre a lasciar libero sfogo a un “paternalismo oppressivo” sulla pelle degli sfollati: all’interno delle tendopoli, ad esempio, la Protezione Civile stabilì che non si potessero somministrare alcolici, caffè e bibite gassate “per non eccitare i terremotati.”

Ai suddetti venne impedito di fare assemblee pubbliche, di apprendere striscioni e di avere contatti con l’esterno. In seguito, quando Berlusconi si trovava a passare da L’Aquila per parlare in pubblico, le forze dell’ordine impedivano l’accesso agli scontenti – una circostanza degna di Adriano Panzironi.

Bertolaso dichiarò conclusa l’emergenza de L’Aquila, sebbene vi fossero ancora 30.000 senzatetto. Sei anni dopo, diverse case di Berlusconi saranno evacuate: “Il miracolo New Town cade a pezzi,” reciterà Il Fatto Quotidiano. “I pilastri sono marci.” A dieci anni dal terremoto, L’Aquila ospita ancora le macerie.

Il G8 alla Maddalena

Sotto la commissione di Guido Bertolaso, si sprecarono 400.000.000 di euro per il G8 alla Maddalena, prima che Berlusconi decidesse di spostare l’evento a L’Aquila, spendendone altri 185.000.000.

Bertolaso venne accusato d’esser coinvolto in un giro di scambi di favori in cambio di appalti, prima d’esser assolto. I suoi compari (l’imprenditore Anemone e l’ex Presidente delle opere pubbliche Balducci) verranno condannati per corruzione.

A prescindere dall’assoluzione di Bertolaso, Travaglio ci ricorda:

Chi nominò “soggetti attuatori” di quegli appalti senza gara che si rivolsero alla solita cricca
di compari imprenditori e che furono condannati in Cassazione? Bertolaso.

Continua:

Chi era pappa e ciccia con Anemone, asso pigliatutto degli appalti, che gli riservava in esclusiva
il Salaria Sport Village per indimenticabili massaggi “da vedere le stelle” a opera
di un’apposita brasiliana? Bertolaso.

L’Aquila contro Bertolaso

Il Comitato 3 e 32 Case Matte s’oppone con sgomento alla nomina di Bertolaso in qualità di commissario per l’emergenza Coronavirus, ricordando con amarezza “la totale mancanza di coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni locali
nelle scelte circa il futuro del territorio
.”

La folle militarizzazione, il divieto di assemblee e di volantinaggio nelle tendopoli, la criminalizzazione di ogni forma di opposizione (con oltre 50 denunciati tra gli attivisti del post sisma), il rifiuto di ogni confronto democratico, il tutto coperto da una propaganda vergognosa che raccontava
un ipocrita “miracolo aquilano.”

Bertolaso eroe?

Ond’evitare equivoci: nessuno vuol contrastare le sentenze della magistratura. A priori, piuttosto che buttar fango su uomini che, in quanto tali, vantano glorie e piangono (tanti) fallimenti, sarebbe opportuno ridimensionare l’immagine eroica di Bertolaso.

Se ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola, qualcosa di utile spero di riuscire a farlo.” Ben venga, non ci si augura che questo, ma al contempo le attuali disgrazie non dovrebbero farci dimenticare tutto il resto.

L’Espresso ci ricorda dei 150 fedelissimi di Bertolaso:

La moglie di un sottosegretario; i figli dei giudici amici, dei generali amici e dei boiardi amici;
la nipote di un cardinale. Tutti assunti dalla Protezione Civile un minuto prima del cambio
della guardia, con soldi sottratti ai terremotati.

Dunque teniamo a mente il nepotismo, le negligenze, le ipotetiche ingenuità e le presunte responsabilità nelle vicende trattate. Non bisogna dimenticare “gli impianti che hanno disseminato Roma di impianti inutilizzabili,” né l’autorizzazione
a costruire in zone di esondazione del Tevere.” Tutto ciò sotto la leadership, attiva o passiva che fosse, di Bertolaso.

Non bisogna dimenticare che il suddetto ha aiutato Balducci, Anemone e compagnia bella – Travaglio, faccia a faccia con Berlusconi, gli fece notare che pure Gesù Cristo contava tra i propri discepoli Giuda, ma che si trattasse di un individuo su dodici. Infine, non bisogna dimenticare tutti i miliardi sprecati e che continueranno a finire nelle mani sbagliate.

Ancora una volta, cito il buon Travaglio:

Essendo stato assolto nei processi, è passata la fake news che abbia fatto tutto a regola d’arte.
Come se bastasse non commettere reati, o non farsi scoprire, per essere un fenomeno.

Giordano Pulvirenti

Exit mobile version