Potrebbe essere una leucemia il motivo del ricovero di Berlusconi in terapia intensiva al San Raffaele di Milano. Il Cavaliere è stato ricoverato ieri per un’insufficienza respiratoria causata da un’infezione pregressa non risolta che ha compromesso anche il sistema cardiovascolare.
Berlusconi in terapia intensiva
Berlusconi entra in ospedale ieri, 5 aprile, con affaticamento respiratorio e viene subito sottoposto a terapia antibiotica per guarire un’infezione non risolta che si trascina dall’ultimo ricovero, quello di fine marzo, quando era restato in ospedale per 4 giorni con una diagnosi di aritmia cardiaca. Ma la situazione sembra ben peggiore. L’infezione, infatti, potrebbe essere conseguenza di una leucemia, come afferma Reuters. Se così fosse la situazione non sarebbe delle più rosee.
Al momento, però, le sue condizioni sono stabili. Sembra infatti che Berlusconi stia meglio nonostante sia ancora ricoverato in terapia intensiva.
I numerosi ricoveri di Silvio Berlusconi
Il Cavaliere, in politica dal ’94, quando ha deciso di scendere in campo per dare una svolta netta alla politica italiana rimasta invischiata nelle questioni di Mani pulite, ha subìto numerosi ricoveri.
È inutile fare speculazione su quanti fossero effettivamente necessari e quanti invece fossero per convenienza. Quel che è certo, però, è che in 25 anni (circa) è stato ricoverato almeno 16 volte. Una salute precaria sin da quando nel ’97 è stato operato per un tumore alla prostata. Poi un intervento al menisco, l’impianto di un pacemaker, poi tendiniti, uveite, infiammazioni articolatorie, cataratta, sostituzione del pacemaker, sostituzione della valvola aortica, occlusione intestinale, covid e long covid, aritmia e adesso insufficienza respiratoria e cardiocircolatoria probabilmente dovute all’insorgere di una leucemia.
Le indiscrezioni dicono che Berlusconi sia già stato sottoposto a un prelievo di midollo con l’obiettivo di trovare un eventuale donatore.
Ma la verità è che il Cavaliere, per quanto sia una roccia (come afferma il fratello Paolo), è un uomo di 86 anni che, in quanto tale, ha nella vecchiaia la sua malattia più pericolosa. Non è cinismo. È un uomo che è arrivato più che brillantemente agli 80 anni e che adesso, come tutti i suoi coetanei, accusa il colpo.
Siamo tutti uniti nell’augurargli una pronta guarigione ma dopo quest’ultimo ricovero, forse, è bene che lasci il campo alle nuove leve della politica e si ritiri a una lunga vita privata.
I messaggi di vicinanza dal mondo politico
Tutta la politica, da destra a sinistra, si stringe nell’augurare una pronta guarigione a Berlusconi. La premier Meloni:
Un augurio sincero e affettuoso di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele di Milano. Forza Silvio.
Poi il leader della Lega Salvini, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Tajani, il leader di Noi Moderati Lupi, il Presidente del Senato La Russa, gli onorevoli del PD Orlando e Serracchiani, il leader di Italia Viva Renzi.
Il leaderismo di Berlusconi
Come ha affermato Calenda a Metropolis, web TV di Repubblica,
La storia di Berlusconi è irripetibile. L’impronta che ha lasciato è l’impronta di leaderismo. Oggi contano molto di più i leader dei partiti. E il leader può essere molto mobile nelle sue posizioni perché non sono rappresentate da una linea culturale e politica ma sono rappresentate da quello che gli passa per la testa nel momento in cui passa per la testa. Il problema del leaderismo non è il fatto che ci sia una personalità forte, il problema del leaderismo è che non è ancorato a una cultura politica ma è ancorato solamente a quello che il leader pensa. Berlusconi è stato il primo ad adottare questa modalità di fare politica.
Lasciare il segno
Volenti o nolenti Berlusconi è un personaggio che ha lasciato un segno dietro di sé. Il discorso della sua discesa in campo è nella memoria di tutti, la sua modalità spregiudicata di fare politica è più che nota. Tutti i processi per conflitti di interessi, tutti gli scandali legati a questioni di gossip, tutte le battute irriverenti e le gaffe.
Tutto quello che ha fatto Berlusconi negli ultimi 25 anni è balzato in prima pagina perché il suo leaderismo è anche questo, essere un personaggio che ama far parlare di sé, indipendentemente da cosa si dica. E non importa se per far parlare di te devi suscitare scandalo. L’importante è che la gente parli.
Da questo punto di vista Berlusconi incarna lo spirito del tempo, quello per il quale ciò che conta è il chiacchiericcio attorno alle cose, un mondo in cui si guadagna prevalentemente attraverso la visibilità e non importa cosa si dica di un fenomeno, ciò che conta è che se ne parli. Modalità certamente discutibili, soprattutto se applicate al mondo della politica nel quale l’auspicio è di avere una classe dirigente seria e capace. Ma è la dura realtà.
Da questo punto di vista Berlusconi è stato un precursore, tracce del suo modo di essere le ritroviamo in altri leader, non ultimo Donald Trump.
È indiscutibile che il Cavaliere abbia lasciato un segno indelebile nella storia italiana e che ancora lo stia lasciando. Se non altro perché questa mattina tutti parlano di lui, noi compresi. Ancora una volta, quindi, il Cavaliere è sulla cresta dell’onda, è sulla bocca di tutti. Non si sa ancora la gravità della malattia che lo costringe in ospedale. Ma ci piace immaginarlo con quel suo sorriso beffardo mentre, a occhi socchiusi, si compiace pensando a tutti noi che, parlando di lui, lo teniamo a galla.