Berlusconi sul problema immigrazione ha le idee chiare: “Bomba sociale pronta ad esplodere”
Peccato che qualche anno fa non la pensasse proprio così. Intervistato il 4 febbraio dal tg5 Berlusconi ha affermato: “Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30 mila, ha diritto di restare in quanto rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600 mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati“. Solo venti giorni prima nello studio della D’Urso parlava della “criminalità di 476mila immigrati che per mangiare devono delinquere. La prima cosa che svaligiano in una casa è il frigorifero”.
In meno di un mese i dati (citati da non si sa quale fonte) erano già cambiati. In ogni caso, come sempre, la colpa è della sinistra, perché “ha firmato un accordo che prevede che tutti i migranti che arrivano nel nostro Paese rimangano qui”. Il Cavaliere si riferisce al trattato di Dublino, ma lo fa in modo troppo vago. La Convenzione di Dublino venne firmato da 12 Stati membri della Comunità europea il 15 giugno 1990 con l’obiettivo di armonizzare le politiche in materia di asilo. La Convenzione venne poi sostituita dal Trattato di Dublino II, sottoscritto dagli Stati dell’Ue nel 2003 – per l’Italia proprio dal governo Berlusconi – poi modificato nel 2013 e rinominato Dublino III, firmato per l’Italia dal governo Letta. È stato quindi Silvio Berlusconi, insieme alla Lega Nord, a far ratificare al nostro Parlamento l’applicazione del trattato di Dublino. Le modificazioni introdotte nel 2013 non hanno cambiato l’impianto generale del trattato.
Si stava meglio quando si stava peggio
Con Berlusconi l’Italia era un paese migliore e l’immigrazione era sotto controllo, almeno secondo lui: “Nel 2010 l’immigrazione era di 4.400 persone in un anno, l’anno scorso è sbarcato lo stesso numero di persone in un solo weekend”. Peccato che l’anno seguente, dopo le Primavere arabe scoppiate nei Paesi del Nord Africa, 62 mila persone sbarcarono sulle nostre coste.
Il 2011 è un anno interessante per il rapporto tra Berlusconi e l’immigrazione. Se oggi considera tutti i migranti come delinquenti che devono essere espulsi in massa, in quel periodo invece la pensava molto diversamente. Intervistato da una radio tunisina, in un francese scolastico ha spiegato lo scopo principale del suo governo, ossia ospitare i bisognosi. Sembra incredibile ma ecco le sue parole:
E poi bisogna dire che gli italiani sono un popolo che ha lasciato l’Italia e che è emigrato in altri paesi, soprattutto in quelli americani. Ciò ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una totale apertura di cuore e di dare a quanti vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli e la possibilità di benessere che significa anche la salute e l’apertura di tutti i nostri ospedali alle loro necessità. Questa è la politica del mio governo.
Lavoro, scuola, istruzione e sanità per tutti. Un programma lodevole, tanto da essere applaudito dalla conduttrice, quasi commossa. Per Berlusconi però questo è normale perché è ciò che gli hanno insegnato i suoi genitori, che hanno sofferto la fame e la guerra. Una questione di educazione:
Penso che la cosa più importante che il mio governo deve fare è aiutare chi ha bisogno.
Camilla Gaggero