Silvio è tornato. Ancora una volta. Niente “federazione” di centrodestra, niente lista unica, Berlusconi vuole correre da solo e lo vuole fare con un progetto estremamente ambizioso, in vista di quella che, realisticamente, sarà la sua ultima campagna elettorale.
Berlusconi va da solo: ma potrà farlo?
No alle primarie, il potenziale premier del centrodestra sarà deciso dalle elezioni. Ecco la risposta a chi, come Giorgia Meloni, nei mesi scorsi sollecitava il ricorso ad un metodo chiaro ed equo per stabilire il leader di quell’area politica: «Alle elezioni si voterà col proporzionale e ciascuno correrà per sé. Se mai raggiungessimo la maggioranza, il premier sarebbe indicato dal partito che prende più voti».
Posto che Berlusconi metterà il suo nome sulla lista di Forza Italia, resta da sciogliere il nodo sulla sua candidabilità: la legge Severino glielo vieterebbe, ma l’ex premier ha già fatto ricorso da tempo alla Corte di Strasburgo, la quale si riunirà in udienza il 22 novembre. Da quel momento, dovrebbero passare alcuni mesi per la pronuncia definitiva. Nel frattempo le elezioni potrebbero essersi già svolte, per cui non è da escludere che Berlusconi possa chiedere una sorta di ‘’ammissione con riserva’’.
Il centrodestra unito funziona
Silvio sogna in grande, ma gli ultimi risultati elettorali dicono che il centrodestra unito funziona bene. Le amministrative ne sono la conferma. Principale esempio Genova, dove la lista unica alle spalle di Marco Bucci ha buone possibilità di spuntarla al ballottaggio contro il centrosinistra di Giovanni Crivello. Sempre per restare in Liguria, due anni fa alle regionali ci fu il primo tentativo vincente con la candidatura dell’attuale presidente Giovanni Toti. Da allora si è iniziato a parlare di ‘’modello Toti’’ per descrivere il fronte compatto comprendente Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Nei prossimi giorni è previsto che Berlusconi faccia un breve tour elettorale nelle città in cui il centrodestra unito è in corsa: Catanzaro, Como, Lecce e naturalmente Genova, la principale roccaforte da conquistare. L’obiettivo è mettere il timbro sull’eventuale successo, senza lasciare che la scena sia tutta di Salvini, come dimostrano le dichiarazioni del leader di FI: «I ballottaggi saranno un’impresa dura. Ma se dovessero trasformarsi in un successo, allora su quel successo dovrà essere ben visibile l’impronta nostra, non solo quella di chi grida di più…».
Le tensioni con Toti
Fra i più toccati dalla decisione di Berlusconi proprio Toti, in passato consigliere politico dell’ex premier ed oggi aspro contestatore del suo solitario rientro. La Stampa riporta che la rottura è avvenuta nel corso di una cena riservata in cui erano presenti tutte le figure di spicco di Forza Italia. Toti avrebbe preso di petto la situazione di fronte agli invitati rivolgendosi direttamente a Silvio: «Io l’ho conosciuta, caro Presidente, ai tempi in cui ebbe la forza di unire il centrodestra, invece oggi ci viene a parlare di sistema proporzionale, di correre per nostro conto… Davvero, non la riconosco più».
Nelle ultime ore Toti ha smorzato parzialmente i toni, dichiarando che l’effettiva portata del diverbio sia stata accentuata dai giornali: «I resoconti, riportati in questi giorni da alcuni organi di stampa, di una mia cena, ottima e cordiale, con il presidente Berlusconi, mi sembrano davvero troppo saporiti. Occhio ad esagerare con il sale».
La proposta di Berlusconi
L’Albero della Libertà è una proposta strutturata in modo abbastanza organico, anche se resta totalmente nel solco della tradizione di Forza Italia. Metaforicamente le radici consistono in tre elementi: democrazia, libertà e valori dell’Occidente. Il fusto e i rami rappresentano i problemi da risolvere, i frutti le soluzioni. Al momento queste sarebbero sei: meno tasse, meno Europa, meno Stato, più aiuti a chi è rimasto indietro, più giustizia per tutti e più sicurezza. Nei prossimi mesi sicuramente si aggiungeranno altri punti, ma intanto il dado è tratto, Silvio is back.
Fabio Ravera