Il 31 ottobre è uscito nelle sale Berlinguer – La grande ambizione: una pellicola che esplora la vita, il pensiero e il sogno del leader del PCI.
I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientela.
Enrico Berlinguer per Eugenio Scalfari, La Repubblica, 28 luglio 1981
Così Enrico Berlinguer il 28 luglio 1981, più di quarant’anni fa, a Eugenio Scalfari per la Repubblica in un’intervista che porterà sconvolgimento tra i lettori e mezza classe politica italiana: nessuno aveva mai osato tanto e nessun’altro ha avuto il coraggio di fare altrettanto nell’avvenire.
Il 31 ottobre scorso è uscito al cinema il film sulla vita e la carriera di uno dei più importanti leader politici italiani del Novecento. Un film italiano, diretto da Andrea Segre, che esplora il percorso umano e politico del segretario del Partito Comunista Italiano (PCI) dal 1972 fino alla prematura morte nel 1984, mettendo in luce il suo impegno per il rinnovamento della politica italiana, la sua visione di un paese più giusto e democratico, e la sua lotta per rafforzare la posizione del PCI in un contesto politico e sociale in rapido cambiamento, specialmente se si guarda al piano sovietico.
Berlinguer nasce il 25 maggio 1922 a Sassari, Sardegna, in una famiglia progressista. La sua carriera inizia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando ventenne si unisce alla Resistenza e partecipa alle lotte partigiane, per poi avvicinarsi, nel dopo guerra, al PCI, che si trovava in un’era di ricostruzione ed espansione.
A quarant’anni dalla morte, è già un decennio che Berlinguer è stato “riscoperto”, il che, in un momento politico come questo, appare quasi scontato: con il dilagare della corruzione, dell’incapacità di gestire un Paese da parte di figure rappresentative quasi imbarazzanti, il bisogno di un richiamo, almeno apparente, ad una politica più etica, o meglio morale, e incentrata sul benessere comunitario diventa una sfida politica. Una sinistra elitaria e che non è in grado di comunicare con gli strati più bassi della popolazione si appella alla memoria di un grande uomo per mangiucchiare voti un po’ di qua, un po’ di là.
La formazione ideologica di Berlinguer era influenzata da una visione marxista, ma questo non gli impedì di riformare le linee ufficiali del PCI, ciò che lo distinse, fu soprattutto il suo impegno nel cercare un comunismo italiano che fosse adattato alla realtà e alle necessità del Paese, con una forte attenzione alle questioni sociali, alle libertà civili e soprattutto alla democrazia.
La pellicola non si concentra solo sull’attività politica, ma anche sulla sua vita privata, guardando ai suoi rapporti familiari e al profondo senso del dovere e dell’integrità. La narrazione esplora i conflitti e le difficoltà affrontate nel percorso politico, il sogno di creare una politica pulita in un’epoca segnata da corruzione e conflitti, e il tentativo di modernizzare il comunismo italiano nell’ottica del compromesso storico con la Democrazia Cristiana (DC).
Viene mostrata la sua figura carismatica, il suo stile sobrio e austero, che gli aveva conferito un grande rispetto, così come una certa solitudine, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, quando la sua solute cominciò a deteriorarsi. Oltre alla dimensione storica, viene mostrato il lato umano di Berlinguer, facendolo apparire come un uomo che ha dedicato la sua vita alla politica con un ideale di giustizia e verità.
L’interpretazione di un attore come Elio Germano nel ruolo di protagonista contribuisce a dare un volto credibile e appassionato a questo straordinario personaggio dalla storia italiana.
La Questione Morale
Succeduto a Luigi Longo alla segreteria del PCI, la leadership di Berlinguer era simbolo di integrità morale e sobrietà, il che gli permise di guadagnarsi un grande rispetto anche al di fuori del suo partito insieme al modello del comunismo democratico, che rifiutava tanto la rigida ortodossia sovietica quanto il dogmatismo dei comunisti europei. Da non dimenticare è la sua battaglia di moralizzazione della politica, che lo pose in conflitto con gran parte della classe dirigente italiana dell’epoca.
L’eredità
L’eredità di Berlinguer è ancora oggi oggetto di riflessione: il tentativo di riforma della sinistra italiana verso una politica fatta di responsabilità civica e solidarietà ha influenzato le generazioni successive. Proprio per questo, soprattutto oggi, la sua visione politica, fondata sulla responsabilità e la giustizia, deve essere rimessa al centro della questione. E’ fondamentale che la Questione Morale sia, dalla nuova generazione di politici compresa e utilizzata, anche come metro di misura, per costruire una sinistra capace di dialogare con il paese nella sua interezza e fare dei passi verso un futuro migliore.
Ci sono alcune libertà, come quella di stampa, che hanno un valore assoluto. Ma bisogna che ci stiano anche certi mezzi per renderle effettive. Alcune giuste esigenze sono limitate dal capitalismo, dallo sfruttamento di classe.
Enrico Berlinguer – in Enrico Berlinguer, Una vita migliore a cura di Tommaso Gurrieri