Quello che bisogna sapere su acqua minerale e acqua in bottiglia
Acqua minerale con poco sodio, dimagrante, rassodante, utile contro la cellulite. Sono tantissime le formule utilizzate negli spot pubblicitari da questa o quella marca per promuovere le (presunte?) qualità delle varie tipologie di acqua in bottiglia. Vere e proprie strategie di marketing che nascono un business enorme.
Come sappiamo, ogni acqua minerale naturale ha caratteristiche chimico-fisiche differenti, come per esempio la quantità di sodio o il residuo fisso, bassissimo fino 50mg/l per alcune ed altissimo per altre, come i 2.400mg/l contenuti nell’acqua Fonte Essenziale.
In merito a quest’ultimo particolare tipo di acqua, occorre precisare che si tratta di un’acqua terapeutica e che dovrebbe essere assunta sotto controllo medico.
Ad ogni modo, non vi sono delle particolari motivazioni per preferire l’acqua imbottigliata rispetto a quella del rubinetto. Vediamo perché.
Acqua minerale
L’acqua in bottiglia proviene da una sorgente da cui sgorga di per sé pura, con buone caratteristiche naturali e qualitative. Viene controllata una volta all’anno dalle aziende private che provvedono all’imbottigliamento, in contenitori di vetro o plastica, e non subisce particolari trattamenti proprio grazie alla sua naturale purezza.
Alcuni dei maggiori problemi legati all’acqua minerale sono il costo – la quasi totalità dovuto ai materiali di confezionamento, stoccaggio e trasporto – e le condizioni di conservazione nel tragitto fonte-consumatore.
I contenitori in plastica, infatti, rilasciano delle sostanze nocive se esposti a temperature troppo calde o troppo fredde. E noi quando compriamo la cassa d’acqua al supermercato non possiamo certamente sapere se ha subito delle alterazioni di temperatura oppure se è stata conservata male.
Per non parlare poi dell’immensa quantità di materiale plastico che viene prodotto e non riciclato, rendendo il prodotto acqua in bottiglia molto poco sostenibile.
Acqua del rubinetto
L’acqua che arriva nelle nostre case ha diverse origini, può infatti essere sia sotterranea sia di superficie, ad esempio provenire da fiumi o laghi. Può quindi avere delle proprietà qualitativamente buone oppure subire dei trattamenti che la rendano più sicura per la salute umana.
Tutte le acque del rubinetto sono sottoposte a disinfezione per essere protette durante il loro percorso nelle tubature, per esempio attraverso il ricorso al cloro, sostanza volatile che si può eliminare lasciando l’acqua in brocca circa mezz’ora prima di berla.
La legge prevede un minimo di 4 controlli annuali, che vengono svolti sia dall’ASL sia dalla società che ne gestisce la distribuzione, due organismi indipendenti l’uno dell’altro che analizzano la composizione dell’acqua sulla base di ben 67 parametri.
Grazie ai controlli periodici e alle sostanze non pericolose utilizzate, in linea generale l’acqua del rubinetto è considerata affidabile e sicura per la salute umana. Naturalmente la variazione di tale sicurezza dipende dalla zona in cui si vive: fattori a rischio come la presenza di falde inquinate ne alterano i valori, rendendo la potabilità impossibile.
In ogni caso, per conoscere precisamente le caratteristiche dell’acqua che sgorga dai rubinetti delle nostre abitazioni è possibile controllarne la composizione sulla bolletta idrica (in cui alcune società distributrici pubblicano tutte le analisi) oppure sui siti dei maggiori acquedotti nazionali.
Solo con una panoramica completa è possibile valutare pro e contro tra acqua in bottiglia e del rubinetto, e compiere la propria scelta in modo consapevole.
Annachiara Cagnazzo