Le voci che hanno raccontato la resistenza rappresentano, ciascuna in modo unico, la realtà dei partigiani, mostrando l’urgenza di dare vita, con l’inchiostro, a tempi tanto cruciali. Beppe Fenoglio con i suoi libri ha raccontato la resistenza con le sue luci e le sue ombre, raccontandone gli aspetti più umani.
La storia letteraria di Fenoglio è molto breve: molti dei suoi libri sono stati ricostruiti e pubblicati postumi. É rimasto sempre estraneo all’ambiente letterario del suo tempo e anche la critica non lo ha compreso ai tempi dei suoi esordi: i suoi primi libri sono stati apprezzati poco perché i partigiani rappresentati da Fenoglio, con le loro fragilità e debolezze, si allontanavano dalla rappresentazione più diffusa che li vedeva come eroi incorruttibili. Le opere di Fenoglio propongono infatti una visione in chiaroscuro della Resistenza, testimoniando le virtù e le debolezze di coloro che ne furono protagonisti. Con quest’audace rappresentazione i suoi libri non hanno mai sminuito il valore e l’onore della lotta della Liberazione, ma hanno esaltato il volto umano di chi ne ha preso parte.
Italo Calvino però ha da sempre capito il grande valore umano e letterario degli scritti di Fenoglio, nella prefazione all’edizione del 1964 del Sentiero dei Nidi di Ragno riferendosi a Una questione Privata lo definisce come «il romanzo che tutti avevamo sognato […], il libro che la nostra generazione voleva fare».
La resistenza di Fenoglio
Quello che rende Fenoglio unico nel trasformare la Resistenza che ha vissuto in prima persona in letteratura è la sua capacità di dare forma ai suoi valori, al suo legame con la sua terra, con le sue Langhe prima e poi con il Monferrato, alla rappresentazione dei sentimenti umani più vivi che mai, alla sconfitta dei propri ideali. La scrittura di Fenoglio non è mai una pura registrazione di ciò che accade, ma è la creazione di una realtà complessa, sfaccettata. Nei suoi libri c’è la morte, ma c’è anche la vita, ci sono l’amore, l’odio, il dolore, il giorno e la notte, la pace e la guerra, c’è tutto il senso dell’esistenza umana.
Nelle sue pagine abita il partigiano che affronta il fascista, l’ambiente della famiglia e il paese collinare che diventa un mondo in cui potersi perdere. C’è un paesaggio che sembra comunicare il sentimento di ribellione verso il potere distruttivo.
Fenoglio parla di storia, ma è una storia che supera la Resistenza e tocca tutti i tempi dell’uomo.
Per questo considerare Fenoglio come uno scrittore della Resistenza, paragonandolo a cronisti o diaristi del suo tempo, sarebbe limitante: con i suoi libri lui compie un incessante lavoro di scavo e analisi della realtà e mette in relazione gli eventi contingenti della resistenza a discorsi profondissimi. Non descrive mai solo gli eventi riportando i fatti in modo impersonale, ma cerca sempre di dare una risposta a domande esistenziali: non smette mai di mettere in discussione la sua posizione di fronte al rapporto fra l’individuo e la storia.
Il linguaggio ha un ruolo fondamentale in questa operazione perché è con questo che Fenoglio trova la via di unificazione di tutte le tensioni e componenti che avevano luogo nelle sue pagine. Ed è per questo che il suo è un linguaggio complesso, stratificato: è uno stile a impasto, dove termini colti e ricercati si intrecciano a parole nuove, strutture sintattiche complesse, l’inglese – la lingua mentale – e la parlata ambientale, un’espressione usata dallo scrittore per definire il dialetto.
I suoi sforzi di ricerca linguistica sono volti a trovare il linguaggio perfetto che possa riflettere la complessità dei suoi giorni.
I paesaggi
Queste cominciano a essere le Langhe del mio cuore: quelle che da Ceva a Santo Stefano Belbo, tra il Tanaro e la Bormida, nascondono e nutrono cinquemila partigiani e gli offrono posti unici per battagliarci. (Appunti partigiani 1944-1945, Einaudi, 1994)
I luoghi hanno un ruolo fondamentale nella poetica di Fenoglio, le sue pagine sanno di fango e di terra, i luoghi che racconta non sono mitici o lontani come quelli di Pavese, ma reali e concreti. I partigiani, gli eroi delle sue storie, vi si muovono veleggiando, come se le colline delle Langhe potessero farsi mare. Le colline morbide e la vegetazione aspra delle Langhe emergono e divengono compagne dei personaggi fenogliani, dialogano con essi.
La Resistenza che racconta Fenoglio è umana, localizzata e radicata nella sua terra, ma il modo in cui la racconta, quello no: scrive per tutti attraversando tutti i tempi e tutti i luoghi.
Ludovica Amico