Beatrice Ion, atleta della nazionale vittima di un’aggressione razzista

Beatrice Ion

Beatrice Ion è nata in Romania 23 anni fa ma a soli 6 anni si è trasferita in Italia con i suoi genitori. Dalla nascita soffre di poliomelite, condizione che l’ha costretta a vivere su una carrozzina. Ha sempre sognato di giocare a basket ed era così brava che oggi, cittadina italiana, è una delle migliori giocatrici del nostro Paese, leader della nazionale azzurra femminile di basket in carrozzina. Il suo impegno le ha permesso di raggiungere la vittoria con 2 scudetti, 3 Supercoppe e 3 Coppe Italia. Oggi Beatrice gioca nella squadra Amicacci Giulianova.

Sabato, rientrando nella sua casa ad Ardea, in provincia di Roma, mentre Beatrice Ion era in auto con la mamma e stavano per parcheggiare nell’area riservata ai disabili, è stata aggredita da una persona. Il problema? Il parcheggio speciale che viene riservato ai portatori di handicap. Le vengono immediatamente indirizzati diversi insulti alla sua disabilità:


Handicappata di me*da”, “mongola del ca**o

Per poi continuare con gli insulti razzisti:

zingari di mer*a tornatevene nel vostro Paese




Come se gli insulti alla disabilità e alle origini della giovane non bastassero, nel frattempo Beatrice Ion e la madre sono anche state colpite con spinte e schiaffi. Quando il padre è arrivato in loro soccorso ha ricevuto due pugni al volto che gli hanno rotto lo zigomo e un dente. Il padre è finito in ospedale.

Papà non è riuscito quasi a parlare, colpito da una testata e altro. L’uomo urlava anche davanti ai carabinieri: ‘ho un curriculum criminale, a tua figlia handicappata la becco per strada e mi faccio fare un lavoretto…’ Sono stati davvero brutti momenti. Vorrei dire a chi ci ha aggrediti, di vergognarsi: saremo anche stranieri ma abbiamo più dignità di voi. Non dite che il razzismo in Italia non esiste… E voi che avete guardato il tutto senza alzare un dito vi dovreste vergognare più di loro.

Un episodio che fa rabbrividire. Soprattutto per le minacce a sfondo criminale espresse dall’aggressore. La dinamica e le assurde motivazioni ingiustificabili nate da un mix di ignoranza della peggiore specie hanno messo in pericolo due donne indifese e l’unico uomo che è giunto in soccorso, il padre di Beatrice Ion. La questione ancora più assurda è che nessun passante è intervenuto per aiutare le vittime dell’aggressione.

Beatrice veste con orgoglio la maglia azzurra perché è una cittadina italiana. Nessun essere umano dev’essere umiliato e aggredito per le sue origini tanto meno per la sua condizione di disabilità.

 

Cristina Meli

 

 

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