Far ridere, non è mai stato un problema per l’ attore James Eugene Redmond Carrey, conosciuto come Jim Carrey.
Nato il 17 gennaio del 1962, l’ interprete di personaggi spassosi e divertenti, ha recitato in molteplici film di successo.
Perché amare Jim Carrey? Perché dietro ogni sua interpretazione, che ci regala sempre qualche risata, si cela sempre un significato più profondo.
Insomma, quest’uomo, con i suoi lineamenti particolari e le sue espressioni indimenticabili, ci ha sempre dato molto su cui riflettere.
Un chiaro esempio del buon lavoro del vecchio Jim è senz’altro evidente nel film “Yes Man”.
Il film, un adattamento del romanzo autobiografico ed umoristico scritto da Danny Wallace, parla della storia di Carl Allen, un uomo che vive in uno stato di profonda depressione tre anni dopo che la moglie l’ha lasciato, chiudendo così un matrimonio di soli sei mesi.
Carl è un personaggio molto riservato e chiuso in sé stesso: non si impegna nel lavoro, si chiude in casa a guardare film, si autoesclude dalle uscite con gli amici e sembra essere rassegnato ad una vita monotona.
Questo finché non incontra un suo vecchio amico che gli parla di un corso di autostima il cui intero programma è basato sul dire sempre di “si” a ciò che la vita ci propone, ogni giorno, indistintamente.
Se all’inizio è titubante, alla fine Carl accetta e apre la sua mente a questa nuova prospettiva di vita.
In questo modo, il nostro protagonista, si ritrova a vivere situazioni impensabili, a conoscere ed apprezzare cose nuove e ad avere esperienze che prima nemmeno sognava di fare.
In tutto questo repertorio di innovazioni ed avventure, Carl conosce anche Allison, una ragazza ribelle, appassionata di jogging fotografico, di cui si innamora.
Come in ogni film che si rispetti, arriva il momento in cui il nostro eroe si trova a dover fare i conti con i problemi che il suo nuovo stile li pone davanti.
Durante infatti una vacanza a Los Angeles, Carl viene accusato di terrorismo e per cercare di salvarsi, dovrà spiegare come sia arrivato a certi limiti e raccontare la storia del “si”.
Avendo udito la spiegazione, Allison pensa che Carl non sia innamorato di lei, ma che stia con lei solo perché obbligato a dire sempre “si”.
La ragazza scompare dalla sua vita.
Carl, che invece è innamorato, quando la sua ex moglie lo implora di restare con lui tutta la notte perché ha problemi con il suo attuale compagno, rifiuta l’offerta e in questo modo rompe la catena dei “si”.
Convinto di essere perseguitato dalla sfortuna a causa della promessa rotta, cerca spiegazioni dal vecchio amico che lo ha convinto a partecipare a quel seminario che gli ha cambiato la vita.
In seguito ad un incidente in auto, Carl capisce cosa sia veramente dire di “si” alle possibilità della vita e fa pace con Allison, riprendendo in mano la propria esistenza.
Infondo, pur non essendo degli attori professionisti, anche per noi è facile interpretare alla perfezione Carl.
Tutti siamo o siamo stati dei Carl.
A chi non è successo di vivere una brutta esperienza e soffrire?
A tutti è successo almeno una volta.
E così che abbiamo fatto? Abbiamo fatto il Carl della situazione: ci siamo chiusi in noi stessi, rifiutando i cambiamenti della vita, negandoci il contatto con l’esterno e chiudendo la porta alle persone che invece volevano aiutarci.
E’ giusto vivere il dolore, sperimentare la rabbia, la tristezza, ma è anche giusto rialzarsi e reagire.
Cosa ci insegna questo film? Questo film ci insegna che si vive una volta sola è che la vita è un mix di cose belle o brutte.
Non vivi davvero se passi tutto il tempo a deprimerti e non sei vivo se non provi dolore.
Dobbiamo alzarci ogni giorno con la consapevolezza che le sofferenze esistono e ci saranno sempre, ma anche con l’idea che ci sarà sempre qualcosa di bello dietro l’angolo, se solo ci lasciamo andare alle opportunità della vita.
Carpe Diem. Cogli l’attimo.
La vita è una sola e non è giusto sprecarla.
Dobbiamo viverla al massimo, stringendo i denti e assaporando ogni singolo secondo di felicità.
Piangere, ridere, correre rischi, gettarsi nelle follie, amare, essere tristi, aprirci al mondo, essere curiosi, prendere di tutto un po’, è esattamente la ricetta perfetta per una vita, una vita realmente vissuta.