Lagarde ha comunicato che sono in arrivo nuovi tagli dei tassi per la BCE

European Parliament from EU, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons tagli dei tassi della BCE

La Banca Centrale Europea (BCE) si prepara ad affrontare una nuova fase nel suo approccio alla politica monetaria, segnando una potenziale svolta dopo mesi di misure restrittive per contrastare l’inflazione. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha annunciato che l’istituto prevede di abbassare ulteriormente con tagli dei tassi d’interesse se i dati economici continueranno a confermare lo scenario di base: il ritorno dell’inflazione al target del 2% entro il 2025.

Durante un discorso tenuto a Vilnius in occasione del decimo anniversario dell’entrata della Lituania nell’eurozona, Lagarde ha sottolineato come l’attuale contesto economico sia cambiato rispetto all’autunno 2022, quando l’inflazione aveva superato il 10%. Oggi, il focus si sposta su prospettive di crescita incerte e su rischi legati agli shock futuri.

Cambiamenti nell’inflazione e ruolo dei salari

Nel suo discorso, Lagarde ha detto che “anche se non ci siamo ancora, siamo vicini al raggiungimento del nostro obiettivo, se i dati in arrivo continueranno a confermare la nostra linea di base, la direzione di marcia è chiara e ci aspettiamo di abbassare ulteriormente i tassi di interesse”. La BCE si aspetta infatti che l’inflazione si alzi oltre la soglia del 2% e, proprio per questo motivo, è pronta ad attuare i tagli dei tassi

Secondo Lagarde, tre fattori principali stanno favorendo il ritorno dell’inflazione all’obiettivo della BCE. Il primo riguarda il percorso dell’inflazione stessa: sebbene ancora superiore al livello desiderato, la sua componente principale – i servizi – mostra segnali di rallentamento. L’inflazione dei servizi, che rappresenta il 97% della misura interna, si attesta intorno al 4%, ma escludendo gli effetti base scende al 2,5%.

Un altro elemento cruciale è la crescita salariale. I salari, che influenzano direttamente i costi dei servizi, sono in calo e mitigati dalla contrazione dei profitti unitari. Lagarde ha citato il tracker salariale della BCE, che prevede una discesa della crescita salariale dal 4,8% nel 2023 al 3% nel 2025, un livello coerente con il target inflazionistico. Questo andamento contribuisce a limitare il trasferimento degli aumenti salariali sui prezzi finali.

Anche i funzionari della BCE concordato, all’unanimità, della difficoltà che si sta attraversando in questo momento a livello comunitario sulla materia monetaria. Le previsioni ci dicono già che per il prossimo anno bisogna aspettarsi una crescita dell’1,1%.

Una politica “appropriata” al contesto

La BCE ha recentemente modificato il suo approccio strategico, abbandonando l’obiettivo di una politica “sufficientemente restrittiva” per adottare una posizione più “appropriata” al contesto attuale. La priorità ora è garantire una convergenza sostenibile dell’inflazione verso il target, piuttosto che reagire con tempestività agli shock.



Questo cambiamento riflette una maggiore fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo a medio termine. Lagarde ha spiegato che, pur non essendo ancora arrivati al traguardo, la BCE non sente più l’urgenza di agire con estrema rapidità, concentrandosi invece su un’azione calibrata e reattiva alle nuove condizioni economiche.

I rischi futuri e le sfide geopolitiche

Nonostante i progressi, Lagarde ha avvertito che i rischi per l’inflazione non sono del tutto scomparsi. Oggi, però, sono legati più a potenziali shock futuri che agli effetti persistenti di quelli passati. Tra le principali incognite, ha citato l’incertezza geopolitica e le politiche economiche globali, in particolare un’eventuale svolta protezionistica negli Stati Uniti, il principale mercato di esportazione dell’eurozona.

La presidente ha ribadito che la BCE è pronta ad affrontare qualsiasi scenario. “La nostra politica monetaria sarà preparata per ogni eventualità”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di mantenere flessibilità in un contesto caratterizzato da continui cambiamenti, sopratutto in occasione dei conflitti nel mondo, delle turbolenze politiche comunitarie e la nuova elezione di Donald Trump.

Una transizione guidata dai dati

Il taglio dei tassi di riferimento deciso dalla BCE giovedì scorso, il quarto da giugno, porta il livello al 3%, segnando un ulteriore passo verso l’allentamento monetario. Tuttavia, Lagarde ha chiarito che ulteriori riduzioni dipenderanno strettamente dai dati futuri.

La BCE basa le sue decisioni sull’evoluzione dello scenario macroeconomico e sull’efficacia delle misure adottate finora. Lagarde ha evidenziato che l’ambiente attuale offre maggiore fiducia rispetto al passato, con segnali che suggeriscono una graduale stabilizzazione dei prezzi.

Guardando al futuro con cautela

Concludendo il suo intervento a Vilnius, Lagarde ha paragonato l’attuale fase economica alla fine di un lungo inverno: “resta molta incertezza di fronte a noi”. La BCE guarda avanti con la speranza di giorni migliori, ma senza abbassare la guardia.

La transizione verso una politica monetaria meno restrittiva rappresenta un passo significativo per l’istituto di Francoforte, che ora si concentra sulla costruzione di un quadro stabile per l’economia dell’eurozona, pronta a reagire a qualsiasi sfida futura.

Lucrezia Agliani

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