La notizia che arriva dalla Chalmers University of Technology (Svezia) è di quelle che prefigurano un futuro che sembra uscire dritto dalle pagine di un romanzo di fantascienza.
Per questo la ricerca a proposito di batterie basate sul cemento pubblicata sulla rivista Buildings anche se si tratta “solo” di una prova di concetto, cioè qualcosa che è ancora molto lontano da qualsiasi applicazione pratica, per la quale ci sono problemi a iosa da superare, è di estremo interesse e a mio giudizio davvero affascinante.
Va premesso che non è il primo studio ad investigare la possibilità di batterie basate sul cemento, ma gli studi precedenti avevano dato risultati davvero poco promettenti.
I ricercatori guidati dal dr. Emma Zhan sapevano dunque che dovevano trovare un approccio tecnologico nuovo rispetto ai fallimentari precedenti.
Quello con cui sono venuti fuori è una miscela di cemento in cui vengono inserite piccole quantità di brevi fibre di carbonio, allo scopo di aumentare la conducibilità elettrica e anche la resistenza flessionale. Poi nel composto viene inserita una maglia di carbonio rivestita di metallo (ferro per l’anodo e nickel per il catodo).
Dopo vari esperimenti questa è la configurazione più efficiente che hanno trovato. La novità rispetto ai tentativi precedenti sta proprio su come realizzare gli elettrodi, i ricercatori hanno capito che era quella la parte che dovevano immaginare pensando fuori dagli schemi in cui si erano mossi gli altri. Prova di concetto è un’espressione abbastanza autoesplicante io credo ma per chi non lo sapesse significa la realizzazione di un progetto in forma abbozzata solo per provarne la fattibilità o che i principi teorici che stanno alla base funzionano. I ricercatori dell’università svedese hanno realizzato un modello a scala di laboratorio, non solo hanno dimostrato che il loro modello è più efficiente, ma cosa più importante è che sarebbe una batteria ricaricabile.
In effetti quando si pensa a batterie basate sul cemento il sogno che sembra uscito dritto dalla fantascienza a cui si aspira è un domani in cui interi edifici possano funzionare anche come immagazzinatori di energia.
I problemi tecnici da affrontare prima di arrivare lì però saranno molti, per dirne uno: dal momento che gli edifici hanno una vita piuttosto lunga (50 anni ma in alcuni casi fino a 100) perché quanto sopra abbia senso anche la durata della loro efficienza come batteria dovrebbe essere tale o in alternativa questa idea dovrebbe essere messa in pratica in modo che la batteria nel cemento possa essere facilmente sostituita.
Ma le applicazioni a cui pensano gli ingegneri sono enormi, sarebbe una tecnologia davvero amica dell’ambiente, le batterie basate sul cemento potrebbero essere accoppiate con la tecnologia dei pannelli solari. Un’altra applicazione a cui hanno pensato è: sensori che monitorano la salute di infrastrutture tipo ponti che ricevono l’energia per il proprio funzionamento dalla batteria inserita nella struttura stessa.
Roberto Todini