Una lunga attesa conclusa con il nuovo governo francese
Dopo oltre due mesi di incertezze e complesse negoziazioni tra le principali forze politiche, sabato sera il primo ministro Michel Barnier ha annunciato la formazione del suo governo. La squadra del nuovo governo francese, composta da 39 membri, include sette ministri dell’alleanza centrista del presidente Emmanuel Macron e tre rappresentanti dei Repubblicani, il partito conservatore di Barnier. Il primo Consiglio dei ministri è fissato per lunedì all’Eliseo, dove si discuteranno le prime azioni del nuovo esecutivo.
Tra le nomine più significative del nuovo governo francese si trovano Bruno Retailleau come ministro dell’Interno, noto per le sue posizioni sull’immigrazione, e Jean-Noël Barrot agli Esteri, esponente centrista vicino a Macron. Il giovane Antoine Armand, 33 anni, è stato scelto per guidare l’Economia e le Finanze, mentre Agnès Pannier-Runacher si occuperà della Transizione ecologica. Anne Genetet, legata al partito di Macron, Renaissance, sarà alla guida del Ministero dell’Istruzione. L’esperto Didier Migaud è stato nominato ministro della Giustizia, rappresentando l’unico legame con la sinistra, grazie al suo passato nel Partito Socialista.
Il nuovo governo francese guidato da Barnier si inserisce in un clima politico, a livello europeo, già fortemente accentato da una forte spinta tecnocratica, come lo sono state, a suo tempo, le posizioni che ricoprivano Draghi e Monti. Nonostante le posizioni contrarie del Nuovo Fronte Popolare, l’agenda politica francese si appresta a maggiore austerità e a politiche più securitarie.
Le reazioni dell’opposizione e la nuova squadra
Le reazioni al nuovo governo francese non si sono fatte attendere. Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, ha criticato duramente l’esecutivo, dichiarandolo privo di legittimità. Anche Olivier Faure del Partito Socialista e Marine Tondelier, leader degli Ecologisti, hanno espresso preoccupazioni, con quest’ultima definendo il governo “contro natura”. Tuttavia, l’opposizione di sinistra non ha ancora i voti necessari per sfiduciare l’esecutivo. A sorpresa, anche il partito di estrema destra Rassemblement National ha espresso disappunto per la lista dei ministri, nonostante Barnier avesse in precedenza manifestato rispetto per alcune delle loro posizioni.
Michel Barnier ha chiarito le sue priorità: migliorare il tenore di vita dei francesi, rafforzare i servizi pubblici e gestire meglio l’immigrazione. Il nuovo premier ha anche sottolineato l’importanza del controllo della spesa pubblica e della riduzione del debito ecologico, questioni particolarmente rilevanti data la difficile situazione economica. Barnier ha poi sottolineato il suo impegno per un dialogo costante con tutti i partiti e le forze locali.
Nonostante ciò, gran parte della sua squadra è famosa per avere delle posizioni nette sull’immigrazione, con una tendenza verso rimpatri e respingimenti dei migranti, che, nel corso del tempo, ha trovato l’approvazione anche di Marie Le Pen. Il nuovo governo comprende 38 ministri, tra cui Sébastien Lecornu, confermato alla Difesa, e Bruno Retailleau, al ministero dell’Interno. Questa squadra dovrà affrontare un delicato equilibrio politico, governando in una fase di grande incertezza e con l’opposizione sempre pronta a mettere in discussione la sua stabilità. La sinistra, capeggiata da Mélenchon, e l’estrema destra di Marine Le Pen monitorano attentamente ogni passo del governo, promettendo di sfidare ogni decisione controversa.
Una convivenza difficile
Il percorso di Barnier verso la formazione del nuovo governo francese è stato e sarà irto di difficoltà, con tensioni tra i centristi di Macron e i Repubblicani. Tuttavia, grazie alla sua abilità di mediatore, l’ex negoziatore della Brexit è riuscito a costruire una squadra che, seppur fragile, mira a governare con determinazione. L’equilibrio tra le diverse anime politiche del governo sarà messo alla prova nei prossimi mesi, con la possibilità di una mozione di sfiducia sempre dietro l’angolo.
Il nuovo governo francese dovrà dimostrare la sua capacità di rispondere alle sfide del paese, in un contesto politico instabile e con una forte pressione da parte dell’opposizione e dei gruppi estremisti. Intanto però, questo nuovo attore nella politica francese ed europea si trova in perfetta sintonia con l’ala atlantista e liberale, non così distante dal neofascismo e revisionismo storico dei principali leader dell’UE.