Banksy e San Valentino: un’esplosione di rose per la sua città natale

Banksy e San Valentino

Un post su Instagram senza alcuna didascalia,  solo due immagini dell’opera appena realizzata, che in poche ore ha raggiunto più di un milione di like.

Così Banksy ha rivendicato la paternità del regalo fatto a Bristol, la sua città natale, in occasione di San Valentino.

Su una casa di Marsh Lane, nel quartiere Barton Hill, è infatti apparsa una bambina che colpisce, con una fionda, un mazzo di rose rosse che esplodono sul muro bianco.

La casa appartiene a Edwin Simons, la cui figlia Kelly Woodruff ha subito fotografato e postato su Facebook l’opera che lega Banksy e San Valentino. All’agenzia Pa la Woodruff ha detto: “C’è un sacco di entusiasmo, la gente viene, ammira, scatta foto, è fantastico. Il disegno è incredibile e bellissimo. Temo solo un po’ che la pioggia della bufera Dennis possa rovinarlo, e voglio davvero cercare di proteggere quelle rose”. Ma a quanto pare non era la pioggia a dover essere temuta. Solo 48 ore dopo la sua realizzazione, infatti, l’opera è stata vandalizzata. Qualcuno ha rotto la copertura di plastica che era stata posta a protezione del disegno, ed ha imbrattato la bambina realizzando un cuore ed una scritta volgare con della vernice rosa.

Sono stati tanti quelli che hanno ipotizzato che, con quest’opera, l’artista abbia voluto sancire il proprio ritorno a casa. Banksy è infatti un artista internazionale, non solo per fama, ma anche per la distribuzione delle sue opere in giro per il mondo. Non mancano tracce dell’artista anche in Italia, ove si può ammirare la Madonna con la pistola realizzata nel cuore di Napoli, ma anche in zone del Pianeta particolarmente sensibili.

Esiste infatti, a Betlemme, il Walled Off Hotel. Si tratta de “l’hotel con la peggiore vista al mondo”, che si affaccia sul muro fatto costruire da Israele per separare la città palestinese dai territori di Gerusalemme Est. L’albergo, voluto dallo stesso Banksy nel 2017, è decorato con numerose opere dell’artista. Una di queste è, ad esempio, quella che rappresenta la lotta a cuscinate tra un soldato israeliano e una manifestante palestinese. Il Walled Off custodisce anche, tra le tante, “La Cicatrice di Betlemme”, l’ultima opera di Banksy prima della bambina di San Valentino.

L’opera vede Maria e Giuseppe intenti a vegliare sul bambino, insieme al bue e all’asinello. Ciò che però rende questo piccolo presepe diverso dagli altri è che i protagonisti, anziché essere in una grotta, si trovano ai piedi del già citato muro israeliano, dichiarato illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 2004. Alle spalle della sacra famiglia appaiono scritte significative come “paix” e “love” e, soprattutto, la cicatrice che dà il titolo all’opera. Si tratta di un buco lasciato da una granata che assume la forma di una stella.

Wissam Salsaa, direttore del Walled Off Hotel, l’ha definita “una cicatrice della vergogna”. Egli ha dichiarato che dovrebbe suscitare “vergogna in tutti quelli che sostengono il muro e l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele”. Il Direttore ha poi concluso che quest’opera “È un modo formidabile e diverso di parlare di Betlemme, per spingere la gente a riflettere di più sul modo in cui viviamo qui”. Il presepe banksyiano ha, naturalmente, suscitato numerose polemiche, come la stragrande maggioranza delle opere dell’artista.

La cosa però non ci meraviglia affatto perché, come tutti sappiamo, Banksy non è un pittore da salotto, ma un indagatore dell’animo più oscuro dell’essere umano.

Mariarosaria Clemente

Exit mobile version