Banda dei biglietti dei trasporti milanesi ha incassato 70 mila euro in nero.
Banda dei biglietti composta da un gruppo di dipendenti dell’ Azienda Trasporti Milanesi S.p.a., si era organizzata stampando biglietti in nero e rivendendoli nei canali ufficiali dell’azienda.
I biglietti che vendevano intascando direttamente l’incasso non erano falsi, anzi originalissimi. La banda aveva escogitato uno stratagemma accorgendosi di una falla del sistema informatico dell’azienda Municipalizzata milanese.
I dipendenti e componenti della banda, una decina di persone, lavoravano tutti agli ATM point dislocati nelle varie biglietterie presenti nella metropolitana milanese, circa sei. In queste rivendite i biglietti vengono stampati al momento della vendita ed i dati vengono trasmessi e contabilizzati dall’azienda. Sulle vendite globali rappresentano una piccola percentuale della quale, a lungo termine l’azienda ha notato una anomalia relativa ad una flessione di incassi.
Dopo aver incrociato i dati dei diversi punti ha inviato un falso acquirente in uno degli ATM Point. “L’inviato” avrebbe chiesto al dipendente dietro lo sportello due blocchetti di biglietti da dieci viaggi. Il dipendente glieli ha consegnati già stampati, ha incassato e cortesemente ha salutato “l’inviato” dell’azienda.
A questo punto l’ ATM ha avuto tutte le prove per poter denunciare la banda.
I bigliettai si erano resi conto che quando stampavano i biglietti di viaggio, se la stampante si inceppava o perdeva il collegamento, i biglietti stampati, se pur validi, non risultavano nel sistema, quindi dovevano essere gettati. Memori di ciò avevano escogitato un piano per quale creavano degli inceppi di modo da stampare biglietti che non venivano contabilizzati. Tali documenti di viaggio venivano accantonati e poi venduti in nero e per i quali essi intascavano direttamente il corrispettivo.
Il piano pare sia iniziato a luglio 2017 ed a fine anno l’azienda tracciando tutti i dati delle stampanti delle varie rivendite alle quali erano collegati i dipendenti con dei codici identificativi, è riuscita a risalire agli ammanchi ed alle modalità di frode.
La banda probabilmente credeva che essendo una piccola percentuale, pari circa all’uno per cento delle vendite, di non essere scoperti e poter continuare sino a chissà quando. Ma ovviamente come spesso accade, uno dei componenti aveva esagerato rispetto agli altri dando così la possibilità all’azienda di poter risalire alla falla del sistema.
Una volta scoperti e denunciati sono stai sospesi dal lavoro e sono ora indagati dalla Procura di Milano.
Raffaella Presutto