Separare due gemelli siamesi è sempre un’operazione estremamente delicata e piena di rischi. Lo diventa ancora di più quando si tratta di bambini craniopagi, ovvero quelli che sono attaccati per la testa e condividono alcune strutture cerebrali.
Assume perciò un carattere ancor più straordinario il risultato ottenuto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove sono state separate due gemelline siamesi unite per la nuca, al termine di una lunga operazione, durata 18 ore.
OPERAZIONE IN PIÙ FASI
L’intervento risolutivo si è svolto lo scorso 5 giugno. Le bambine, che hanno due anni, ora stanno bene e sono ricoverate nel reparto di neurochirurgia della struttura pediatrica insieme alla mamma. Ma per arrivare a questo risultato sono stati necessari una lunga preparazione e altre due precedenti operazioni. Le due gemelline erano unite sia a livello cranico che cerebrale, condividevano ossa e pelle, ma soprattutto il sistema venoso. Una situazione rarissima, che ha richiesto l’impiego di una equipe di almeno 30 persone tra medici, chirurghi e infermieri.
A Portarle in Italia, nel settembre 2018, è stata Mariella Enoc, la presidente del Bambino Gesù, che le aveva incontrate due mesi prima durante una missione a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Il primo dei tre interventi si è svolto nel maggio del 2019, il seconda a giugno dello stesso anno, il terza e ultimo un mese fa. Passaggi necessari per costruire due reti di vasi sanguigni indipendenti, capaci di contenere il sangue che dal cervello affluisce al cuore.
Fondamentale anche l’apporto della tecnologia. Attraverso Tac, risonanze magnetiche tridimensionali, software per la ricostruzione in 3D, i medici hanno ricreato la loro scatola cranica per studiarla nei dettagli e aiutarsi durante i vari interventi.
CASO UNICO AL MONDO
L’operazione portata a termine dall’equipe del Bambino Gesù non ha precedenti in Italia, ma probabilmente neanche nel mondo. Non risultano esserci al momento altri casi certi di separazione riuscita per due bambine unite per la nuca. E in generale, negli ultimi 20 anni in Europa sarebbero soltanto due le operazioni andate a buon fine, relative a coppie di gemelli unite però per la sommità della testa. La strada verso una vita normale è ancora lunga. Ma i controlli post operatori hanno mostrato finora risultati incoraggianti.
DINO CARDARELLI