Un bambino disabile è rimasto solo un’intera mattinata in aula, poiché i compagni di classe erano andati in gita a Matera.
È successo in un istituto comprensivo a Catanzaro, in Calabria.
La mamma del bambino disabile non era stata avvisata e come tutti i giorni ha accompagnato suo figlio a scuola. Lo ha lasciato all’ingresso e il piccolo è entrato da solo. Ma arrivato in classe, l’ha trovata vuota. Nessuno dei suoi compagni era presente. Con grande pazienza, ha aspettato da solo anche l’ultima campanella e poi è tornato a casa, e non ha detto nulla. Il ragazzo non esterna sempre quello che prova, e per puro caso i suoi genitori hanno appreso da altre persone della gita.
La classe sarebbe mancata per tre giorni. Alla richiesta di spiegazioni da parte della madre del bambino disabile, l’insegnante avrebbe detto di “non averci pensato”. Subito è intervenuta anche la dirigenza:
“Sono mortificata per quanto accaduto. Il docente, in questo caso, ha peccato di superficialità di fronte a questa situazione, ma durante i mesi scolastici è sempre stato vicino al bambino, sostenendo la sua formazione ed educazione”.
Ma la madre del ragazzo non riesce a darsi una spiegazione:
“Perché noi non lo sapevamo? Perché mio figlio non è stato coinvolto? Avrei voluto decidere in autonomia, se mandare il mio bambino a una gita”.
L’ istituto scolastico vorrebbe organizzare un’uscita “riparatrice”, per rimediare all’errore. Ma per la madre di un bambino disabile, effettivamente, questo non può bastare. Si tratta di un grave passo indietro, a prima che fosse emanata la legge 517 del 4-08-1977. Questa norma ha permesso l’inclusione degli alunni disabili nelle scuole pubbliche, permettendo l’eliminazione delle classi speciali o differenziali.
La legge 517
Alla disabilità sono dedicati gli articoli 2, 7 e 10. Al comma due e tre dell’articolo 2 si legge:
“La scuola attua forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap con la prestazione di insegnanti specializzati” e “devono inoltre essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio socio-psicopedagogico e forme particolari di sostegno secondo le rispettive, competenze dello Stato e degli enti locali preposti, nei limiti delle relative disponibilità di bilancio e sulla base del programma predisposto dal consiglio scolastico distrettuale”.
Una conquista che ha messo fine alla Riforma Gentile, che relegava i bambini disabili a classi “speciali”, dove, ricevendo pochi stimoli, a fatica riuscivano a migliorare. Importante fu l’azione compiuta da Mirella Antonione Casale, docente e madre di una bambina disabile, Flavia. Alla sua lotta è liberamente ispirato il film “La classe degli asini”.
Marina Lanzone