Quando la discriminazione viene insegnata direttamente dai genitori.
Oggi la discriminazione risulta essere un fenomeno ampiamente diffuso. Razzismo, sospetti e insofferenza sono sentimenti sempre più comuni. Sentimenti che permangono anche quando si parla di bambini.
Succede a Cagliari: a scuola arrivano due nuovi bimbi e subito si solleva un’aria di protesta. Perché?
I due nuovi arrivati, un egiziano di nove anni e un etiope di 12, sono giunti alcuni mesi fa in Italia tramite uno di quei barconi di cui sentiamo parlare quotidianamente.
Senza nessun accompagnatore e senza genitori, sono stati accolti dalla città di Cagliari e inseriti in una scuola elementare gestita da religiose. Un gesto normalissimo e, anzi, doveroso nei confronti di un bambino avente diritto all’istruzione e alla tutela. Diritti uguali e tali a quelli degli altri alunni frequentanti dell’istituto.
Eppure alcuni genitori non si sono affatto preoccupati delle sventure e dei diritti di questi piccoli migranti. I loro figli non dovevano in alcun modo avere a che fare con coloro che, secondo tali genitori, potessero essere portatori di chissà quale malattia pericolosa.
Preoccupazione assai poco giustifica considerando che una delle primissime operazioni effettuate sui migranti al loro arrivo è proprio il controllo sanitario. Oltretutto le suore che gestiscono la scuola hanno provveduto a mostrare le certificazioni mediche che dichiaravano il perfetto stato di salute dei due ragazzini.
Qualcun altro avrebbe anche richiesto un bagno separato. Sempre per scongiurare contatti pericolosi. Richiesta che ricorda vagamente quello che accadeva in Sudafrica non moltissimi anni fa.
Tutto questo scompiglio è stato creato dai genitori, i bambini non si sono mostrati affatto ostili o contrari ai nuovi arrivati. Il razzismo e il pregiudizio non nasce quindi, ma viene insegnato. Bambini il cui unico interesse è quello di giocare e divertirsi insieme ai propri compagni, rischiano di trasformarsi in giovani pieni di pregiudizi. Giovani che poi diventeranno adulti intolleranti.
I bambini sono bambini, e come tali devono essere tutelati e protetti. Protetti dalla discriminazione, dalle cattive parole e dalle prese in giro. I bambini sono il riflesso dei loro genitori e agiscono secondo un determinato modello.
Il bullismo, le derisioni e i pregiudizi verso colui che in qualche modo diverso scaturiscono anche dagli insegnamenti poco efficaci, o totalmente assenti, da parte dei genitori.