Bambini in catene, prigionieri senza diritti

Human Rights Watch denuncia la detenzione ingiustificata di bambini e giovani ragazzi nelle zone di guerra quali Afghanistan, Iraq, Nigeria, Somalia e Siria.

Sono centinaia i bambini che vengono rinchiusi in celle fatiscenti, senza assistenza medica e nutriti con cibo scadente, con l’accusa di aver compiuto reati relativi al conflitto in atto.
Senza la possibilità di contestare il loro arresto e senza poter usufruire di un avvocato, questi giovani si ritrovano stipati in stanze sovraffollate, spesso insieme ad adulti.

palestinanews.altervista.org
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In Siria e in Nigeria numerose sono state le morti tra i bambini rinchiusi a causa delle mancate cure e delle condizioni disumane, nonché a seguito di torture e violenze.
Le Nazioni Unite hanno appurato che, a causa della loro fragilità fisica e psicologica, sono proprio i bambini a subire le maggiori torture da parte delle forze di sicurezza. Questo avviene in particolare in Afghanistan e in Iraq, dove la tortura viene utilizzata per estorcere informazioni riguardi ai familiari accusati di terrorismo.

Anche Israele offre uno scenario sconfortante: centinaia di bambini palestinesi vengono condotti di fronte ad un tribunale militare, accusati di reati contro la sicurezza (ad esempio per aver lanciato pietre contro i soldati israeliani). Durante l’arresto, i ragazzini vengono malmenai e presi a calci, non viene garantito loro alcuna forma di tutela, anche essa è prevista dal diritto internazionale per la tutela dei minori.
Diverse sono state le testimoniante fatte a Human Rights Watch: ragazzini di 14 o 15 anni hanno raccontato l’arresto, avvenuto a seguito di una scusa qualsiasi, e del trattamento subito dai soldati durante l’interrogatorio.

L’effetto di queste detenzioni sono devastanti sulle giovani personalità di questi prigionieri, il danno psicologico è significativo a causa della separazione dalle famiglie e dalla comunità.
Un altro effetto negativo deriva dall’essere rinchiusi insieme agli adulti, da essi i ragazzini apprendono i comportamenti criminali con la conseguenza di intraprendere un percorso delinquenziale.

Gli abusi e i maltrattamenti subiti hanno anche l’effetto di indirizzare questi bambini verso una vita piena di risentimento e aggressività, che li porta addirittura a combattere insieme ai gruppi armati.

Una situazione che non può e non deve essere tollerata dalle nazioni che si ritengono “civili”, rispettose dei diritti umani e del diritto internazionale.

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