Bambini afghani, più di 300mila rischiano di morire per il freddo

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“Più di 300mila bambini in Afghanistan rischiano di ammalarsi o – nel peggiore dei casi – di morire perché non hanno un abbigliamento adeguato o i riscaldamenti per affrontare le rigide temperature invernali”. L’allarme viene lanciato da Save the children.




Numeri esorbitanti che fanno rabbrividire perché il freddo invernale va ad aggiungersi agli altri problemi del Paese, in primis la guerra. Fino ad oggi:

La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di almeno 553 bambini e più di 1.295 sono rimasti feriti o mutilati.

L’Afghanistan si conferma uno dei paesi peggiori al mondo in cui essere bambini.

Il gelo delle terre afghane porta alcune zone ad arrivare ad una temperatura di -27 gradi. Questo comporta la chiusura delle scuole, una chiusura che sarà prolungata fino a Marzo. Un periodo infinito che oltre ad avere il dramma dell’assenza di istruzione, comporta per tanti bambini la mancanza di avere un rifugio riscaldato: le strutture scolastiche rappresentano infatti l’unico luogo caldo durante l’inverno.

La povertà estrema

La povertà di molte famiglie non permette di comprare vestiti invernali e i bambini sono costretti a rifugiarsi in casa: associazioni come Save the children sono costrette ad andare di casa in casa a consegnare cappotti e coperte.
I bambini costretti a vivere nei campi, come quelli che si trovano nella provincia di Balkh, subiscono temperature notturne di -10 gradi e sarà così almeno fino a marzo; questi bambini hanno solo vestiti e uno strato di plastica per ripararsi dal freddo.

L’esclusione delle bambine dal sistema scolastico

Il problema dell’istruzione dei minori in Afghanistan tocca principalmente le bambine. Oltre il 60% degli esclusi dal sistema scolastico sono femmine e in alcune province questo tasso è più alto. Anche se ci sono stati miglioramenti, vige una resistenza culturale all’educazione delle ragazze nel Paese.
Uno dei motivi che ostacola l’istruzione è il matrimonio. Le ragazze continuano a sposarsi in giovane età (il 17% si sposa prima di aver compiuto 15 anni e circa il 46% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni). “Le adolescenti sposate hanno possibilità molto limitate rispetto alle loro coetanee non sposate: non hanno accesso all’istruzione, non sono libere di interagire con i coetanei e non riescono ad emanciparsi economicamente”, dichiara Save the children. “Le ragazze che si sposano molto giovani tendono a subire abusi e violenze e non hanno accesso alle cure o alle informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva. Secondo un’analisi demografica del Paese, il matrimonio precoce è il secondo motivo di abbandono scolastico per le ragazze (19% a fronte del 3% dei ragazzi)”.

Gli ostacoli

Già in terza elementare alle bambine non è più permesso di condividere la stessa aula con i maschi, ma è molto difficile frequentare una scuola femminile perché mancano insegnanti donne (ovviamente non coltivando l’istruzione femminile, il risultato alla lunga è questo). Anche prima della terza elementare, spesso le bambine soffrono la distanza dalla scuola e affrontano con la paura della violenza il tragitto casa-scuola. Anche a casa manca il sostegno, i genitori culturalmente arretrati non riconoscono l’educazione delle figlie come una priorità.

Una situazione generale fortemente drammatica in cui le vittime maggiori sono i bambini, che in alcune zone del Paese riescono a sopravvivere solo grazie al lavoro delle grandi organizzazioni internazionali.

Marta Fresolone

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