Un nuovo orrore macchia le pagine dei quotidiani: due madri e un padre sono stati arrestati per abusi sulle proprie figlie.
Grosseto-Terni-Reggio-Emilia. Un triangolo dell’incubo nato da genitori degeneri, un uomo e due donne, che, secondo il gip, avrebbero concepito bambine solo per abusi.
Pare che queste persone abbiamo costretto la propria figlia ad avere rapporti sessuali con loro e avrebbero divulgato anche materiale pedo-pornografico.
La polizia postale di Firenze ha intercettato e arrestato prima le due donne, poi l’uomo, già pregiudicato, padre di una delle bimbe. Il giudice ha emesso rapidamente tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per abusi su minori, sfruttamento sessuale e produzione pornografica.
Il quarantenne di Grosseto e la donna di Terni intrattengono una relazione sentimentale e, secondo il gip Agnese Di Girolamo, da una chat tra i due emerge come sia “assolutamente verosimile” che la gravidanza sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise”.
Sembra assurdo e terrificante che la mente umana possa essere così malata. Le vittime sono bambine piccolissime, meno di dieci anni. Per gli addetti ai lavori gli abusi sono iniziati già nella più tenera infanzia.
Bambine concepite per abusi: l’indagine della polizia postale
Questi arresti sono la giusta conseguenza di un’indagine, iniziata per scovare gli utenti attivi nei gruppi a “tema pedo-pornografico”. Ad Agosto l’uomo era già stato perquisito e arrestato per il possesso e la divulgazione di parecchio materiale di questo genere. Inoltre, tramite le sue chat di Whatsapp e Telegram, la polizia ha scoperto dei link che riportano a foto/video in chiaro di minori coinvolti in atti sessuali.
Grazie all’indagine sotto copertura è stato scoperto anche il coinvolgimento delle due donne. Anche loro abusavano sessualmente delle bambine.
Ora le vittime sono state affidate ai servizi sociali. Bambine concepite solo per abusi, che non dimenticheranno mai il trauma di dieci anni d’orrori.
Persone del genere non hanno il diritto di essere definite genitori.
Antonia Galise