Migliaia di balneari in piazza a Roma hanno manifestato contro il caos concessioni e la mancanza di risposte dal governo. La proroga delle concessioni, in scadenza a dicembre 2024, non ha ancora trovato una soluzione definitiva. I balneari lamentano anche la burocrazia asfissiante e la mancanza di regole chiare. Se le loro richieste non saranno ascoltate, sono pronti a scioperare. Lo sciopero avrebbe un impatto pesante sul turismo italiano, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Il governo è chiamato a intervenire con urgenza per scongiurare una crisi del settore.
Ieri, migliaia di balneari sono scesi in piazza a Roma per manifestare il loro dissenso contro il caos che regna nel settore delle concessioni balneari e la mancanza di risposte concrete da parte del governo. La protesta, organizzata da Confcommercio e Confturismo, ha visto sfilare per le vie della capitale un corteo di operatori del settore, armati di ombrelloni e lettini, per dare voce alle loro preoccupazioni e chiedere un intervento immediato da parte delle autorità.
Al centro della protesta, la proroga delle concessioni balneari, in scadenza il 31 dicembre 2024, che non ha ancora trovato una soluzione definitiva. Il governo, infatti, non ha ancora emanato il decreto definitivo che disciplinerà il futuro del settore, lasciando i balneari nell’incertezza e nel timore di perdere il loro lavoro.
“Siamo stanchi di aspettare”, ha dichiarato Marco Maiella, presidente di Confcommercio balneare. “Il governo ci ha promesso una riforma del settore, ma ad oggi non abbiamo visto neanche l’ombra di un provvedimento concreto. Siamo allo sbando e non possiamo più permetterci di aspettare”.
Oltre alla proroga delle concessioni, i balneari lamentano anche la burocrazia asfissiante e la mancanza di regole chiare per il rilascio delle nuove concessioni. “Siamo oberati di adempimenti burocratici”, ha aggiunto Fabrizio Capacchioni, presidente di Confturismo balneare. “È impossibile lavorare in queste condizioni. Chiediamo al governo di semplificare le procedure e di darci finalmente delle regole certe per il futuro”.
La protesta dei balneari ha avuto un forte impatto sulla città di Roma, con il corteo che ha bloccato il traffico in alcune zone centrali. I manifestanti hanno anche incontrato una delegazione del governo, alla quale hanno consegnato un documento con le loro richieste.
“Ci aspettiamo risposte concrete da parte del governo”, ha concluso Maiella. “Se le nostre richieste non saranno ascoltate, siamo pronti a scendere in sciopero. Non possiamo più permetterci di essere presi in giro”.
Lo sciopero dei balneari, se dovesse concretizzarsi, avrebbe un impatto pesante sul turismo italiano, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Il governo è quindi chiamato a intervenire con urgenza per trovare una soluzione definitiva al problema delle concessioni balneari e scongiurare una crisi del settore.
Oltre alle preoccupazioni per le concessioni, i balneari hanno espresso anche altre criticità che affliggono il settore, tra cui:
- La concorrenza sleale da parte degli stabilimenti balneari abusivi
- L’erosione costiera
- L’aumento dei costi energetici
- La mancanza di infrastrutture
La protesta dei balneari è stata ampiamente coperta dai media nazionali, con articoli e servizi sui principali quotidiani e telegiornali. La mobilitazione del settore ha acceso i riflettori su un problema complesso e urgente che necessita di una soluzione rapida e definitiva da parte del governo.
Dopo tante parole spese a riguardo, tra poco più di 2 settimane inizierà la stagione estiva, ma 30.000 imprese balneari e 100.000 addetti si ritrovano senza certezze per il futuro.
Così Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba, ossia Federazione italiana balneari Confesercenti, ha detto che:
«Serve una legge nazionale per mettere ordine e ridare certezze al comparto, in quanto le amministrazioni locali organizzano i bandi per la riassegnazione delle spiagge ognuno in modo diverso: un caos che provoca un grande allarme e a cui bisogna porre rimedio velocemente. Siamo pronti anche a valutare, ahimè, nei primi giorni di giugno di chiudere l’offerta balneare Italiana».
A quanto pare, uno scenario per niente facile ma con ancora tanti punti interrogativi, nonostante sia sempre meno il tempo a disposizione.