Le balene sono senza dubbio gli animali più grandi della terra ma non lo sono da molto tempo; infatti, hanno raggiunto le dimensioni attuali “soltanto” durante gli ultimi tre milioni di anni, e ora sono all’apice della loro grandezza.
E a quanto pare non possono crescere di più. Una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), afferma, infatti, che la crescita dei mammiferi è in realtà più limitata nell’acqua che sulla terra.
Grandi ma non troppo
Galleggiare in acqua è una meravigliosa sensazione e ci da il senso dell’imponderabile, della leggerezza; molte teorie sulle dimensioni degli animali marini abbracciano questo concetto. Ma non solo: sarebbero così grandi grazie allo scioglimento dei ghiacci che ha portato una enorme abbondanza di cibo, e tutto questo cibo impone grandi volumi; oltretutto la grossa stazza permette di effettuare lunghe traversate per raggiungere i pascoli oceanici.
In realtà i grossi mammiferi che hanno abbandonato la terra per l’ambiente acquatico hanno si dovuto crescere, ma fino a un certo punto.
Calore e cibo
Un organismo di grandi dimensioni in acqua conserva meglio la temperatura corporea, mentre un corpo piccolo perde il calore così in fretta che pur mangiando non riesce a compensare l’energia dissipata. Questo spiega anche perché i piccoli mammiferi marini si sono estinti. Inoltre è necessario bilanciare con la quantità di cibo assunta l’energia utilizzata per predare, destinandone parte alla riproduzione e alla crescita. E la separazione filogenetica delle balene in odontoceti e misticeti, ha favorito il processo di sviluppo delle dimensioni dei cetacei. I misticeti, ovvero le balene con i fanoni, hanno evoluto un perfetto sistema per nutrirsi senza troppa fatica, filtrando enormi quantità d’acqua e trattenendo una imponente massa di cibo, contrariamente agli odontoceti, dotati di denti come le orche o i delfini, che invece per cacciare devono mettere in conto un forte dispendio di forze.
In questo modo la balenottera azzurra, un misticete, è con i suoi 30 metri la balena più grande, battendo un odontocete come il capodoglio che raggiunge al massimo i 15 metri.
Gli studiosi, basandosi su una ingente mole di misurazioni di mammiferi marini viventi e fossili, hanno scoperto che sono più grandi del previsto, ma soprattutto che ogni gruppo di mammiferi acquatici, nonostante discendano da antenati terrestri di dimensioni diverse, raggiunge al massimo la dimensione di circa 500 kg.
La massima parrebbe quindi: più sei grande, meglio è.
Fino a un certo punto però. L’acqua decide la minima e massima dimensione che vediamo nei mammiferi acquatici.
I più piccoli devono accumulare una grossa quantità di energia distribuendola tra mantenimento della temperatura corporea, crescita e riproduzione. Come dire: pochi soldi, e fatteli bastare. Nei grossi mammiferi, per contro, maggiori sono le dimensioni più aumenta il metabolismo ma non la capacità di cibarsi, mettendo un limite alla loro crescita.
L’unica eccezione sono appunto i misticeti che con la loro tecnica perfetta possono nutrirsi peraltro di un cibo, il Krill, altamente calorico, destinando il surplus di energia alla crescita e diventando “Superbalene”.
Come dice Jonathan Payne, altro autore dello studio,
Non è che l’acqua ti permetta di essere un grande mammifero, è che tu devi essere un grande mammifero in acqua – non hai altra scelta
Le Lontre rappresentano l’eccezione nell’altro verso: forse però perché spendono solo parte della loro vita in acqua o sono più efficienti nel conservare il calore del loro corpo con lo spessore della pelliccia, anche se questa ipotesi non è stata ancora verificata.
Alessandro Desogus