Cosa succede sotto la calotta polare nelle fredde notti artiche? Ma si canta, naturalmente. E si canta una incredibile varietà di canzoni, raro esempio tra i mammiferi.
Lo rivela una ricerca dal titolo “Extreme diversity in the songs of Spitsbergen’s bowhead whales”, pubblicata su Biology letters da un gruppo di ricercatori dell’università di Washington-Seattle, del Norwegian Polar Institute di Tromsø e il Natural Museum dell’università di Oslo.
Tutto ciò è opera di un cetaceo, la Balena franca o Balena della Groenlandia, una delle balene più cacciate fin dal 1600 per la spessa quantità di grasso di cui è provvista, visto l’ambiente in cui vive. Questi stupendi mammiferi marini sono praticamente ridotti all’estinzione, soprattutto la popolazione oggetto dello studio che vive al largo dell’arcipelago delle Svalbard, di cui si contano soltanto 300 esemplari.
Formidabili cantanti
I cetacei in genere emettono suoni, utilizzati principalmente per la comunicazione, ma non sono in molti a cantare. Il Grammy per la cantante più famosa va sicuramente assegnato alla megattera: durante la stagione dell’accoppiamento sfodera un repertorio canoro invidiabile. Che però mantiene invariato durante tutto l’anno, rinnovandolo soltanto la primavera successiva, mentre la balena franca ha una lista di canzoni molto varia, e ciascuna viene ripetuta solo una volta.
Gli studiosi hanno registrato 184 “tracce” distinte, dal 2010 fino al 2014, durante il periodo che andava da ottobre ad aprile.
Solo alcune specie di uccelli canori vantano una simile diversità
Sono pochi i mammiferi che vocalizzano in modo simile agli uccelli canori, giusto qualche pipistrello e alcuni gibboni, e quando lo fanno è in modo piuttosto ripetitivo. Ma non queste balene.
La raccolta di canzoni della balena franca delle Spitsbergen contiene una grande varietà di brani, e alcune rimangono in classifica più a lungo di altre. Nella particolare hit parade stilata da queste balene, le canzoni non hanno una grande lunghezza: infatti le registrazioni durano al massimo 100 ore in totale, anche se è stata effettuata una registrazione di 730 ore totali. Ma soprattutto godono di una popolarità effimera, perché appaiono al massimo un mese, e mai nessuna viene ripetuta l’anno successivo, ma a ogni stagione la raccolta di brani viene rinnovata completamente.
Anche le melodie variano notevolmente: a volte sono ossessive e stereotipate come quelle delle megattere, altre volte sono semplicemente “strane”:
A volte sembra che gli animali diano una festa in un granaio, altre sembrano suoni quasi extraterrestri
dice candidamente Kit Novacs, biologo al Norwegian Polar Institute.
I suoni per riconoscersi gli uni con gli altri
Il canto degli animali è utilizzato anche come strumento di identificazione della specie; questo è il motivo perché per esempio le megattere cantano in pratica tutte la stessa canzone, una sorta di carta d’identità e di garanzia di corteggiare la femmina giusta.
Le balene franche invece sono molto più versatili e sembrerebbero improvvisare sempre nuove canzoni. Se la canzone delle megattere è come la musica classica, le balene della groenlandia suonano il jazz
ha detto Stafford, primo nome della pubblicazione, precisando che “il suono ha una struttura più libera”.
Dato che la balena franca è l’unica a vivere così a nord, il controllo dell’identità di specie potrebbe non essere un problema per loro.
Inoltre queste balene infrangono anche il tradizionale rituale dei cetacei delle serenate alle femmine e dell’accoppiamento: la balena franca si riproduce nei mesi invernali, quando è buio 24 ore al giorno. Una manciata di maschi circonda una femmina e contemporaneamente cerca di accoppiarsi con lei. Di solito il maschio con più sperma vince. In altre specie, comprese le balene, si sceglie di investire nell’abilità del canto, ma la balena franca utilizza entrambi i metodi.
È una strana anomalia
dice Kovacs. “Se canterai tutte queste canzoni meravigliose, allora perché hai bisogno di tutto quello sperma?”
Per capire però se questa specie di balene effettivamente “improvvisi” le canzoni occorrono più dati. Le motivazioni dietro le bizzarre melodie delle balene delle Svalbard sono ancora più enigmatiche di quelle dell’improvvisazione musicale nell’uomo. “Persino il jazz sperimentale non è così strano come le melodie delle Bowhead whales”, dice Kovacs.
Alessandro Desogus