Di incontaminata bellezza è un vero gioiello della natura, al confine tra le provincie di Napoli e Salerno, è tra i luoghi più suggestivi di Massa Lubrense. Perla dell’Area Marina Protetta la Baia di Ieranti è un’insenatura rocciosa tra Punta Campanella e Punta Penna.
Punta CampanellaInserita nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella è una meravigliosa insenatura nel Golfo di Salerno e fa parte del comune di Massa Lubrense. L’area naturale della Baia di Ieranto (scritto anche Jeranto) occupa una superficie di 63 ettari. Di cui 49 di proprietà del Fondo Ambientale Italiano (FAI).
Un panorama suggestivo che ha fornitolo scenario ideale per l’ambientazione di storie. Divenute patrimonio collettivo. Secondo alcune leggende, fu qui che risiedevano le tremende sirene che tentarono Ulisse. Non è difficile immaginare, nei pressi di Punta Campanella, le grotte naturali e le scogliere a picco sul mare della Baia di Ieranto risuonare del canto tentatore.
La dimora incantata delle sirene
La leggenda narra che, proprio lì in quella grotta scavata nelle rocce della costa meridionale della penisola sorrentina, le sirene costruirono la loro dimora. Ancora oggi è possibile sentire l’eco del loro canto che risuona al ritmo della risacca. Infatti, molti sono ancora convinti che il ternime Ieranto non derivi dal greco “ierax”, che indica il falco che tuttora nidifica nella zona. Ma dal significato sacro “ieros” che indica proprio la Baia come sede del tempio delle Sirene. La leggenda sembra ammantare ogni angolo della Baia di Ieranto, luogo di incontaminata bellezza situato dinanzi ai Faraglioni di Capri nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.
Chi pensa di attribuire questa leggenda all’ingenuità popolare, stimolata da qualche narrazione colta dell’odissea, si sbaglia. Fu Plinio il Vecchio che nel I secolo a.C., nei suoi scritti, individua nella Baia il luogo beneamato dalle sirene. Gli fa eco il geografo greco Strabone, che parla di un passaggio di Ulisse nell’area e attribuisce al volere dell’eroe omerico l’erezione di due templi in onore di Atena e delle sirene. A cui in seguito i romani sovrapposero quello dedicato a Minerva.
Lungo la costa della Baia di Ieranto le fortificazioni, che a tutt’oggi si possono vedere, fanno parte di una storia ben più definita. Anche se non meno affascinante. I rialzi della costa, data la strategica posizione, furono a lungo contesi da pirati e imperatori. Dal mare verso l’interno, la Baia si esprime come zona rurale, caratterizzata dall’antica coltura dell’ulivo.
Il sentiero che conduce nell’incantevole Baia
Il sentiero che conduce nell’incantevole baia inizia dalla piazzetta di Nerano. Lungo la strada, tra Nerano e la Baia vi è, inoltre, la Casa Silentium. Luogo di rifugio dello scrittore Norman Douglas, dove, a inizio ‘900, iniziò alla stesura del libro Siren Land (La terra delle Sirene). Proseguendo, la vista si apre sulle spiagge di Marina del Cantone, le isole della Vetara e Li Galli. Sotto lo spuntone dal quale si affaccia la cappella di San Costanzo, si vede un’ampia apertura nella montagna, l’ingresso della Grotta delle Noglie.
Torre MontaltoSi raggiunge, poi, il crinale di Sprito da dove si può ammirare uno scenario di ineguagliabile bellezza. A destra, Punta Campanella e Capri con i suoi Faraglioni. A sinistra, il Golfo di Salerno fino a Punta Licosa, con la Costiera Amalfitana e le isole. Al centro, la Baia di Ieranto. In seguito il sentiero si biforca: a sinistra un percorso sterrato porta a Putna Penna e verso la cinquecentesca Torre di Montalto. Ammirevole esempio del sistema difensivo costiero risalente al periodo vicereale. Oppure, inoltrarsi, per l’antica scala in gradoni che conduce alla piccola spiaggia di Capitiello.
Il recupero architettonico e la valorizzazione del territorio
Il Compendio FAI è stato interessato negli scorsi anni da un complesso intervento indirizzato soprattutto al recupero architettonico e ambientale. Nonché da scavi archeologici e dal restauro e manutenzione di beni immobili. Sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia dei beni culturali e ambientali.
Un articolato lavoro che ha coinvolto principalmente edifici interessati da fenomeni di crollo o dissesto. Difficilmente accessibili e dall’agibilità compromessa a causa della vegetazione lasciata per lo più in stato di abbandono. Il recupero di quest’area ha avuto inizio nel 1986 quando, l’allora poprietario della cava di pietra preesistente, l’Italsider, decise di donare la baia al FAI. Inizia così il restauro ambientale. Un capolavoro florovivaistico che non ha precedenti con l’inserimento di piante della macchia mediterranea, rosmarini, pini di Aleppo, mirti e olivastri.
Aperta al pubblico nel 2002 la Baia di Ieranto è un vero e proprio museo all’aperto. Integrato dalla villa romana del II secolo d.C., restaurata e consolidata. Portata alla luce dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta e dalla torre di Montalto. Il recupero della Baia è passato anche attraverso la realizzazione di alcuni percorsi tematici che permettono ai visitatori di scoprire le particolarità di questa zona. Che mostrano la storia delle attività agricole e produttive realizzate qui.
Come raggiungere la Baia di Ieranto
Il sentiero che conduce alla Baia di Ieranto parte piccolo e delizioso borgo di pescatori di Nerano , frazione di Massa Lubrense, o da Sant’Agata sui Due Golfi. Raggiungibili in auto. In alternativa con gli autobus della Sita che partono dalla stazione di Sorrento. Dalla piazzetta del paese seguite per qualche decina di metri la strada principale in discesa e troverete l’imbocco del sentiero sulla destra. Il trekking è di circa 5 km. Attrezzatura richiesta: scarpe da montagna, berretto, zainetto leggero. Buona scorta d’acqua.
Gli appassionati di letteratura potranno scoprire le suggestioni culturali e naturali di questo territorio nell’opera La terra delle sirene (Siren Land,1911), dell’autore austriaco Norman Douglas.
Felicia Bruscino