Bahrein: continuano gli abusi sui minori detenuti da parte delle autorità. Lo riportano le ultime indagini svolte dalle organizzazioni Human Rights Watch e ADHRB.
Autorità del Bahrein: violenza e abusi al comando
Migliaia di bambini e ragazzi detenuti torturati dietro le sbarre. Questa è la situazione corrente in Bahrein, dove ancora oggi vengono ingiustamente trattenuti dalle autorità migliaia di ragazzi per la pubblica partecipazione a proteste ed eventi di pacifica espressione politica. Autorità che abusano dei loro stessi cittadini e costringono al silenzio le voci dei giovani: lo riportano le ultime indagini effettuate da Human Rights Watch e Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB): nonostante l’aumento dei rilasci avvenuto nel corso del 2024, il numero di arresti ha raggiunto un picco mai visto prima, mentre le condizioni dei minorenni detenuti sono ormai diventate spietate e contro i diritti dei ragazzi.
Autorità che uccidono, tolgono il diritto alla vita e costringono alla semplice esistenza migliaia di giovani che hanno il coraggio di esprimere la propria opinione. Una dittatura che controlla la popolazione puntando la pistola sul collo dei cittadini, la maggior parte bambini.
Perché dietro quelle carceri, sono lasciati soli anche giovani di cinque anni.
Le condizioni disumane dei bambini nelle carceri
Bambini e ragazzi torturati, picchiati e stuprati. Queste sono solo le aberrazioni fisiche sottoposte ai migliaia di giovani detenuti.
La maggior parte di loro accusata di nulla e incarcerata senza un vero motivo, come riferito dalle molte famiglie che ogni giorno lottano per salvare la vita dei propri figli.
Ragazzi a cui viene negato ogni diritto civile e umano: l’opposizione imposta delle autorità al libero accesso agli avvocati e ai propri cari vieta loro qualsiasi possibilità di difendersi da crimini nemmeno compiuti.
A questo si aggiungono le difficoltà nel ricevere cure mediche adeguate, cibo che sostenti la loro crescita e il diritto all’istruzione.
Una negazione di condizioni di vita obbligatorie e dovute a ogni singolo bambino, costretti invece ad assistere alla sottrazione violenta di qualsiasi loro diritto umano e civile.
“Durante l’interrogatorio, mi picchiavano, mi spogliavano e mi minacciavano di stupro […] Un agente veniva a tenermi i testicoli e mi diceva di parlare e confessare”
Sono le parole di un ragazzo di soli 15 anni, recentemente rilasciato e intervistato dalle due organizzazioni.
La vita di un quindicenne che non vede la normalità nell’istruzione e nella socialità, ma nella tortura e negli abusi compiuti dal suo stesso Paese nei suoi confronti e in quello di molti altri suoi coetanei.
Molti dei giovani intervistati hanno inoltre ammesso di aver confessato crimini mai commessi, per paura di ulteriori soprusi e torture durante gli interrogatori.
Sono situazioni reali che accadono in questo preciso istante: uomini che torturano e stuprano bambini pur di non dare potere a coloro che da grandi guideranno il Paese.
Cattivi terrorizzati da innocenti disarmati: la loro lotta è la schiavitù di questi ultimi.
Il richiamo delle organizzazioni
Human Rights Watch e ADHRB sono state chiare: le indagini hanno portato allo scoperto una condizione di vita devastante e inammissibile, che deve essere interrotta quanto prima.
Non può e non deve esistere la libera approvazione di situazioni di schiavitù e violenza di nessun bambino, in nessuno Stato.
Il Bahrein si deve muovere immediatamente per porre fine agli abusi sui minori e garantire loro i diritti che le autorità stanno negando: accesso al cibo, all’acqua, all’istruzione e alle cure mediche sono solo la punta di un iceberg abissale.
Il Paese e tutti gli Stati che lo finanziano, compresi Stati Uniti e Inghilterra, hanno il dovere morale e umano di interrompere la situazione. Concedere a ogni cittadino il diritto alla vita è un dovere globale di ogni governo, bisogna unire le forza per scacciare definitivamente una condizione di vita obbligatoria negata a migliaia di bambini.
Qui in Europa i ragazzi vanno a scuola e hanno il piatto pronto, ma in Bahrein il piatto lo vedono solo dopo un interrogatorio e uno stupro.
Ginevra Montenovo