A Pechino, nel distretto di Tongzhou, le dipendenti di un’azienda produttrice di macchinari per la birra artigianale sono costrette a mezz’ora di fila per baciare in bocca il proprio capo per “rafforzare lo spirito di squadra”
Quando ho letto la notizia ho sorriso, certa si trattasse di una bufala. Dopo un’attenta verifica, il sorriso ha lasciato il posto allo stupore. Possibile? Possibile che a Pechino, in un’azienda del distretto di Tongzhou, le dipendenti facciano mezz’ora di fila per baciare le labbra del capo? Pare proprio di sì. Il “rito del bacio” è stato filmato e il video è stato diffuso lo scorso sabato dalla televisione pubblica cinese Cctv, attraverso il blog Sina Weibo, ed è subito diventato virale sul web.
Da tale prassi, ovviamente, sono esclusi i colleghi uomini. Ad una ad una, in paziente attesa. Ad una ad una, il capo se le bacia tutte! E tutte, almeno da quanto si evince, si sottopongono a questo rito come fosse normale. Rispetto? Cortesia? Come si definisce questo gesto? Ovvia l’inclemenza del web, che ha etichettato come “inopportuno” il rituale in questione. Ma dai vertici dell’azienda arrivano chiarimenti illuminanti. Miei cari stolti, il bacio simil-amoroso serve a rafforzare la coesione e lo spirito di squadra! “Come i pesci con l’acqua” riferisce la compagnia, che costruisce macchinari di produzione della birra artigianale, e aggiunge pure che la mezza pomiciata serve a promuovere la solidarietà. (Domanda più che ovvia: solidarietà nei confronti di chi?). Non solo, perché questa ostinazione nel creare affiatamento tra LE dipendenti e il manager? “Alcune lavoratrici sentono la mia mancanza quando non sono in azienda e mi scrivono su WeChat”.
Pare che la geniale idea non sia esattamente “made in China”, ma sia stata copiata da una società americana (bieco tentativo di deresponsabilizzazione?). Torniamo alla “normalità” con cui le gentili signore vengono riprese nel momento del protendersi garbato verso il boss. Davvero hanno accettato tutte di buon grado? Dai media cinesi, sappiamo che l’obbligo del bacio al capo è stato accettato con una certa riluttanza, tanto da convincere due delle dipendenti a presentare le dimissioni. La Federazione delle donne cinesi non ha esitato a definire il gesto una “molestia sessuale istituzionalizzata”. E tale è, pur chiamandola in altri termini più edulcorati.
Immaginate passi pacificamente questo concetto, fino a diventare un pilastro di psicologia del lavoro. Immaginate ora che situazioni possa creare negli uffici di tutto il mondo. I 27 milioni di cinguettii con l’hashtag #notokay, giunti sulla scia della proposta di condividere gli abusi e le molestie subite, lanciata in rete dalla scrittrice Kelly Oxford, sono un chiaro sintomo di una “patologia” culturale. Una donna che vuole lavorare deve essere disponibile, al rito del bacio come alla palpatina. E quando vi è costretta, come nel caso delle dipendenti dell’azienda cinese, viene pubblicamente etichettata come “stupida”. Insomma, cornuta e mazziata!
E’ talmente radicata, questa convinzione, da passare per accettabile, anche quando si addita il boss come un “porco” ed implicitamente si avalla un tale atteggiamento. Perché, da un uomo ci si aspetta che sia anche questo. Fa rabbia e fa storia, la sentenza del febbraio scorso che ha assolto l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Palermo. Un sessantacinquenne, Domenico Lipari, reputato immaturo dal tribunale e pertanto assolto dalle accuse di molestie sessuali in ufficio. Se il tuo capo ti palpeggia, secondo le motivazioni della sentenza successivamente pubblicate, non è detto che sia molestia. Può darsi stia solo scherzando!
La pacca sul sedere che il signor Peter Pan diede a una collega, il dito sulla camicetta ad altezza seno all’altra collega, lo sfioramento della vagina alla stessa, tutti scherzi infantili perché – si legge nella sentenza – “non era ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfacimento dell’impulso sessuale”. E allora, tra scherzi e spirito di squadra, si procede a vele spiegate, all’insegna di un’aumentata produttività e di una dignità che continua ad essere calpestata. Con buona pace di quella pseudo mascolinità caratterizzante un esercito di fantocci dall’ego smisurato ma tanto, tanto fragile.
https://www.youtube.com/watch?v=nJBal_ymcf0
Alessandra Maria