Mosul, Iraq. Ciò che ne rimane sono solo macerie. Il rumore del silenzio è spezzato solo da passi solerti. Ma questo mese le rovine si colorano di un rosso diverso dal sangue, che stavolta porta allegria. È il rosso del costume di Santa Claus.
Babbo Natale a Mosul cammina in bicicletta, e cerca i bambini nelle strade per portare doni e speranza. A stare dietro la barba bianca è la giovane attivista curda Shaimaa al-Abbassi. La ragazza come molti, è rientrata da poco nell’ex roccaforte dell’ISIS e ha pensato di fare un dono ai bambini della città. Percorre le strade in bicicletta, fermandosi ad ogni angolo occupato da bambini. Porta con se piccoli doni che significano tanto per chi non ha più nulla. Gioca, canta e balla insieme a loro, sfoggiando sempre il sorriso più grande che riesce a fare.
L’obiettivo: coprire il suono del pianto con le risate
L’obiettivo voluto da Shaimaa è il più semplice: rendere felice chi ha sofferto. Lo conferma ad un’intervista. “Distribuisco semplici doni per rendere felici i bambini. I bambini hanno bisogno soprattutto di gioia, perché quello che ha fatto lo Stato Islamico durante le guerre e la crisi ha davvero colpito il loro morale”. Insieme ai doni Shaimaa porta mascherine, cercando di spiegare con parole amichevoli ai bambini che cos’è una pandemia e quali sono le norme igieniche da rispettare per limitare i contagi.
L’Iraq è entrato nel XXI secolo senza mai conoscere la pace. Dopo la seconda Guerra del Golfo terminata nel 2011, è scoppiata la Guerra Civile del 2014, con cui l’ISIL ha preso il comando. Nonostante la sconfitta del 2017, l’organizzazione terroristica ha condotto una battaglia su scala minore rendendosi responsabile di attentati e suicidi proprio a Mosul e nelle zone adiacenti a Baghdad. Nel 2019 il governo Iracheno ha lanciato un’offensiva per eliminare le maggiori sacche di resistenza. Dopo il 2019 della città rimangono solo macerie, ma la speranza sembra essere sopravvissuta.
La ragazza che distribuisce umanità
Per i bambini di Mosul la visita di Santa Claus proprio nella loro città è un’emozione enorme: la piccola Tayma spera che potrà tornare ogni anno. Il gesto di Shaimaa ha fatto il giro del mondo. Dopo di lei, altri gruppi di volontari si sono organizzati per diffondere gioia.
Shaimaa regala ai bambini il suo tempo e il suo impegno. Anche lei da piccola è cresciuta sotto il terrore della guerra, attivando la sua capacità di resilienza.
“Soffro mentalmente nel vedere questa distruzione. Ma cerco di diventare più forte, così posso avvicinarmi a questi bambini e renderli felici. Perché quando ero bambina anch’io ho passato la stessa condizione di oppressione”. Il desiderio di Shaimaa per il 2021 è di poter terminare la scuola, abbandonata forzatamente per la guerra, e di aver reso felice qualcuno.
Babbo Natale, simbolo dell’altruismo
È in gesti come quello di Shaimaa che lo spirito del Natale trascende la condizione di miseria umana e si insinua negli angoli più bui della storia. Qui dove per un bambino regalo non significa un pacchetto più grande e colorato dello scorso anno o l’ultimo dei videogiochi sul mercato, ma un sorriso o un gesto dal cuore. In posti dove l’umanità sembra essere stata dimenticata e sopraffatta dalla sofferenza, basta un piccolo gesto per fare il Natale, per far rinascere la vita. Il significato di “Natale Universale” proclamato da Papa Francesco trova il suo senso proprio in questi esempi.
Elena Marullo