Debutto allo Studio Uno: una sera di luglio, scenografia minimalista, un monologo intenso e l’oscurità che avvolge la scena. Quell’attimo, impercettibile, che separa il termine di uno spettacolo dal riscontro da parte del pubblico è dove si condensano tutta l’adrenalina, il timore e quell’afflato quasi d’incoscienza che quasi sopraffanno ogni attore.
E poi la rivelazione. La sorpresa del riscontro da parte del pubblico che coglie il plot ironico-tagliente di questo originale progetto che vede protagonisti giovani attori, pieni di ardore e coraggio, in questo habitat dove spesso risulta difficile conquistare un palco. Questo è stato l’incipit di un iter umano e artistico che ha condotto Martina Giusti, Giacomo Sette e Azzurra Lochi a veicolare il loro spettacolo, B-ride, nel panorama artistico teatrale odierno.
Già selezionato al “99 ARTS Festival Internazionale di arti visive e performative” per due rappresentazioni nel periodo estivo, dopo la partecipazione a due bandi di concorso: “Autori nel cassetto, autori nel comò” (Teatro Lo Spazio) e “Pillole, tutto in dodici minuti” (Teatro Studio Uno), con il focus di una innovativa compagnia teatrale, Anonima Sette, fondata da Giacomo Sette, B-ride vince due date, 26 e 27 marzo, anno corrente, al teatro romano Spazio.
Gruppo eterogeneo di attori che costituisce una vera e propria panoplia di personalità artistiche: Martina Giusti, talentuosa e appassionata attrice diplomata all’Accademia Internazionale di Teatro di Roma nelle discipline drammaturgiche e come aiuto regia, nonché ideatrice dello spettacolo B-ride. Vanta tra i suoi mentori Emmanuel Gallot-Lavallée, Patrizia La Fonte, Arcangelo Iannace, Cesare Ronconi, Antonio Gargiulo; Azzurra Lochi, laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo con un particolare interesse per il settore del Teatro sociale e un’inclinazione per gli aspetti performativi delle tradizioni culturali umane; Giacomo Sette, precoce e poliedrico nella sua attività di artista che lo porta a impersonare vari habitus scenici e drammaturgici e a saggiare varie realtà della compagine odierna teatrale; Simone Caporossi, diplomato presso l’Accademia del Cinema e della Televisione di Cinecittà, interpreta ruoli di rilievo nel panorama delle fiction e delle serie televisive come “Matrimoni e altre follie” e “Le tre rose di Eva”.
Il monito portato a stendardo da questa giovane equipe teatrale è stigmatizzato nel connubio tra ricerca e professionalizzazione e nella dialettica tra originario e avanguardista. Il mestiere scenico è volto a svelare quale sia il sentire del pubblico e a farlo collimare con la profondità di proposte drammaturgiche, sublimando anche la connivenza degli opposti, come suggeriva Shakespeare. “Agire, mai languire”. Nell’epoca odierna le istituzioni sottovalutano la potenza e l’autorità che possiedono i vettori culturali. Organi statali, ministeri sono manchevoli nel suffragare adeguatamente gli aneliti vitali di giovani esordienti in campo artistico e di una incipiente “Neo-Nouvelle Vague”.
Parafrasando Claude Chabrol, “Non esistono nuove onde, c’è solo il mare”, l’immensità del tessuto connettivo drammaturgico non conosce indugi, né riserbi; lo dimostra la passione, di questo giovane, ma maturo negli intenti, gruppo di attori che ha creduto e lottato per un progetto. La trama di B-ride? Andate il 26 e 27 marzo al Teatro Lo Spazio e tutto lo spettrometro delle emozioni umane sarà in scena: dagli ossimori emotivi di una sposa sognatrice delusa, alla veemenza provocata dall’inganno fino al suo stato alterato parossistico. Lo schema performativo gioca su una dialettica tra voci interne ed esterne dei personaggi creando una sovrastruttura al recitativo che affascina e trasporta lo spettatore in questo universo scenico.
Su il sipario!
Costanza Marana