Aziende: arriva il lavoro a chiamata
Il governo è pronto ad introdurre 2 nuovi tipi di contratto per sostituire la pratica del voucher. Il primo interessa la aziende con 10 o più dipendenti mentre il secondo è rivolto alle imprese più piccole. Questo cambiamento avverrà dopo la conversione in legge del decreto che cancella i voucher. Il lavoratore a chiamata (figura già diffusissima nei call-center) potrà essere assunto solamente a giornata e non più a ore. Una “piccola” precisazione è di dovere: il lavoratore a chiamata non deve avere tra i 25 e i 45 anni. Sebbene questo limite possa sembrare abbastanza fastidioso, Il governo sta già lavorando per rimuoverlo.
Le differenze rispetto ai voucher per le aziende
- Giuridicamente il lavoro a chiamata è un contratto vero e proprio. Prevede le ferie, le malattie, il versamento dei contributi per la pensione ed altro ancora.
- Il vincolo di assunzione dopo i 400 turni (che nella pratica del lavoro a ore non esisteva).
- Il maggior costo del lavoro rispetto ai tempi del voucher.
La questione delle imprese con meno di 10 dipendenti
In teoria anche loro possono utilizzare il lavoro a chiamata come le imprese più grandi. Essendo però, il lavoro a chiamata un contratto vero e proprio; le pratiche burocratiche (che sono di routine per le aziende medio-grandi) potrebbero rappresentare un ostacolo per i piccoli commercianti e artigiani: l’apertura di una posizione INPS, il conteggio delle giornate lavorative, la gestione della buste paga, della malattia, dell’indennità di disponibilità ecc. Inutile dire che tutto questo scoraggia il datore di lavoro nell’assumere con queste modalità.
Lavoro a chiamata in versione semplificata come soluzione al dilemma
Tutte le procedure saranno gestite da un portale(quello dell’Inps). Le giornate di lavoro dovranno essere comunicate preventivamente per essere registrate correttamente. Il governo per evitare di varare un regolamento lavorativo che possa ricordare quello precedente (dei buoni lavoro) ha stabilito che le piccole aziende non potranno assumere più di un lavoratore a chiamata per volta.
Bisognerà attendere un po’ prima dell’arrivo (vero e proprio) della riforma. Entrerà inizialmente come decreto legge per poi (salvo imprevisti) essere convertita in legge. Probabilmente se ne riparlerà dopo le “delicate“ elezioni amministrative di giugno. Attendiamo nuovi sviluppi.
MARCO GALLETTI