Avidità. Interpretazione di un termine ambiguo

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“L’avidità. Non trovo una parola migliore, è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha impostato lo slancio in avanti di tutta l’umanità. E l’avidità, ascoltatemi bene, non salverà solamente la Teldar Carta, ma anche l’altra disfunzionante società che ha nome America”.

Gordon Gekko – Wall Street

 

Uno dei discorsi più significativi del cinema d’autore, entrato prepotentemente nei nostri tranquilli cervelli, svegliandoli e portandoli a riflettere su un sentimento, da anni giudicato il “male assoluto” o quasi, da tutti i moralisti e religiosi impettiti che popolano il nostro mondo.

“Avidità“: questa è la parola che tanto ci lascia perplessi su una una questione: giusta o sbagliata? Ci è stato insegnato da sempre che l’avidità è un sentimento sbagliato ed è l’origine di tutti i mali. Ogni essere umano dovrebbe prendere ciò di cui ha bisogno e lasciare anche agli altri i propri spazi.

Osservando la storia dell’umanità, però, ci rendiamo conto di un fatto semplice e concreto: senza l’avidità, tanti settori e realtà vive della nostra società, non sarebbero progredite così tanto e magari i passi enormi fatti dalla scienza o anche dall’imprenditoria sarebbero stati molto più lenti.

Non si può negare che l’avidità di sapere, di imparare, di esplorare confini proibiti, ma anche di “guadagnare” abbia scatenato (anche se a volte, per vie traverse), quel processo evolutivo, in cui la competizione fine a se stessa, sia stata il trampolino di lancio per dei settori, magari lenti e statici.

Perchè dovremmo essere più avidi? Lasciando perdere la filosofia e spostandoci sui nostri “obiettivi personali”, dobbiamo ammettere che la realtà impone l’avidità e senza quest’ultima un obiettivo non può essere raggiunto.

Se non desideri ardentemente, se non c’è avidità di successo, di risultati, di migliorare, non avremo mai la vera energia per seguire il nostro percorso di crescita personale.

A volte, la nostra mente è limitata da ciò che da sempre ci è stato inculcato e abbiamo paura di essere avidi e di portare avanti un nostro progetto. Dentro di noi si crea un muro e il senso di colpa inizia a serpeggiare. Purtroppo ciò che ci inculcano fin da piccoli è difficile da cancellare.

“Se li prendi da piccoli è tutto più facile”. Questa è una cruda realtà che ci rimane dentro, fino al giorno in cui ci rendiamo conto che è solo un pensiero.

L’avidità non è il peccato mortale che crediamo sia. Oggi possiamo osservare l’autenticità di una realtà, dove l’avidità non è solo giusta, ma è diventata legge. Quindi non preoccupiamoci di essere avidi, preoccupiamoci piuttosto di quali sono i nostri obiettivi.

Qualcuno si starà chiedendo, ” Cosa è successo a Bud Fox dopo aver ceduto all’avidità?“. Nelle ultime immagini di “Wall Street”, vediamo Bud Fox finire in manette. In quel momento il protagonista, si rende conto di quanto fosse diventato avido e negli occhi, leggiamo la paura di dover pagare per questo.

In quel caso, Bud Fox paga la sua avidità, dato che il suo obiettivo è stato offuscato totalmente dal “Dio denaro” in persona. Non era più l’avidità di crescere a guidarlo, ma solo l’avidità di denaro e questo gli fece perdere di vista “sè stesso”.

L’importanza dei nostri obiettivi è fondamentale e l’avidità sarà nostra fedele alleata per raggiungerli. Senza avidità non arriveremo più lontano di quanto speriamo. Senza avidità, tutti i manuali per il successo personale o di qualsiasi tema al riguardo, saranno inutili. Quindi caliamo la maschera del moralismo e prendiamoci ciò che è nostro.

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