L’anno nuovo non comincerà nel migliore dei modi per coloro che dovranno viaggiare sulle corsie di molte autostrade del Nord e Centro Italia, che saranno oggetto di aumenti di tariffa fino al 6,32% in più.
Il rincaro dei pedaggi autostradali è avvenuto il primo gennaio 2019 e ha interessato soprattutto alcuni tratti della rete del centro-nord Italia. L’unica eccezione è rappresentata dalla Tangenziale di Napoli, con un rincaro peraltro tra i più bassi (1,8%). L’Aosta-Monte Bianco e la Torino-Bardonecchia al contrario sono le autostrade che hanno subito l’aumento maggiore: si tratta rispettivamente del 6,32% e del 6,6%; infatti ora il pedaggio della A5 corrisponde a 11,70 euro. La concessionaria dei tratti valdostani è la RAV (Raccordo Autostradale Valdostano) che fa parte del gruppo Aspi (Autostrade per l’Italia).
Tali aumenti tuttavia non riguarderanno i residenti valdostani o i pendolari in possesso di Telepass e veicoli di classe A, che dietro apposita richiesta potranno usufruire delle agevolazioni apposite; come sostiene la stessa RAV l’aumento delle tariffe si accompagna alla scelta di mantenere le tariffe invariate per le categorie di utenti citati prima.
Compromesso tra Ministero dei Trasporti e Autostrade per l’Italia
Il Ministero dei Trasporti comunque tiene a precisare in un comunicato stampa che il 90% della rete autostradale non sarà soggetta ad aumenti di tariffa: cosa vera, in quanto i tratti soggetti a rincari riguardano complessivamente 600 km di asfalto sui seimila totali della rete nazionale. L’accordo di cui si parla nel comunicato è quello con la concessionaria Strada dei Parchi, gestore dell’A24 e A25.
Tra le aziende che hanno scelto di non applicare aumenti sui costi del pedaggio rientra anche Autostrade per l’Italia, che però ha rinunciato a finanziare la ricostruzione del Ponte Morandi: per questo il commissario di Genova Marco Bucci sta provvedendo a cercare un istituto bancario disposto a contribuire economicamente nella grande opera di riedificazione. Si parla di un finanziamento di 360 milioni di euro, 30 milioni per 12 anni, come è specificato anche nel Decreto Genova.
Barbara Milano.