Al Massachusetts General Hospital l’anatomopatologo James Stone ha parlato dell’importanza di eseguire le autopsie sulle vittime del Covid-19.
Il Prof. Stone e altri patologi hanno fatto scoperte che forse potrebbero portare a trattamenti migliori per i pazienti attualmente malati. Il loro lavoro ha contribuito a chiarire gli effetti del virus soprattutto durante l’analisi dei tessuti al microscopio.
L’importanza delle autopsie durante il covid
All’inizio della pandemia Stone era uno dei pochi patologi disposti a eseguire autopsie rischiando di contrarre il virus. Era convinto che sarebbero state di fondamentale aiuto alla ricerca. L’esame del cadavere offre infatti informazioni che i medici non possono reperire nelle persone vive:
“Quando sei in grado di vedere cosa sta succedendo a livello delle cellule, hai un quadro più ampio del potenziale meccanismo della malattia”- afferma Amy Rapkiewicz, patologa presso la NYU Langone Health.
Oltre ai sintomi caratteristici come febbre, tosse e mancanza di respiro, il Covid-19 può generare un’ampia gamma di sintomi meno comuni. Per questo motivo i patologi hanno svolto indagini approfondite per capire non solo la diagnosi di morte ma anche per comprendere il comportamento del virus nei vari organi e tessuti.
Le scoperte sui cadaveri aiutano medici e ricercatori
Le informazioni ricavate dalle prime autopsie sono state molto utili a medici e ricercatori per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19.
In particolare hanno mostrato che il virus causava coaguli di sangue in tutto il corpo, a volte fatali. Infatti, dei primi 17 pazienti sottoposti ad autopsia quattro erano morti per embolia polmonare.
Jeffrey Jhang un patologo del Monte Sinai che esegue test di laboratorio per pazienti vivi, ha deciso grazie a queste informazioni di provare a trattare i pazienti infetti con fluidificanti del sangue. E sembrava funzionare. Dei successivi 83 pazienti deceduti e positivi al Covid-19 solo uno era morto per un embolo polmonare.
Le autopsie hanno anche rilevato la presenza del virus nel lobo frontale del cervello
La scoperta pubblicata nel Journal of Medical Virology ad Aprile, ha fornito le prove che il Covid-19 invade anche il sistema nervoso centrale. La sorpresa più importante è stata trovare il virus nel rivestimento dei vasi sanguigni del cervello.
I patologi hanno quindi continuato a cercare infiltrazioni in altri organi e hanno scoperto che il virus può nascondersi nel sistema vascolare di tutto il corpo. Con questi dati i medici ora si chiedono se questi bassi livelli di virus siano capaci di riaccendere l’infezione nel tempo.
Questa domanda ha aperto un ampio dibattito tra gli esperti e aspetta ancora risposta.
Le autopsie possono anche rivelare la vera causa di morte, come sostenuto dal patologo Stephen Hewitt.
“Circa tre quarti dei pazienti stanno effettivamente morendo per infezioni batteriche secondarie piuttosto che per il Covid-19 stesso. Quando il sistema immunitario viene danneggiato semplici infezioni batteriche e fungine possono diventare fatali.”
I risultati ottenuti dal Prof. Stone e colleghi sottolineano il valore e l’importanza delle autopsie su pazienti con Covid-19, ma il problema rimane quello economico.
L’autopsia ha un costo elevato, motivo per cui negli ultimi anni e ancor più durante la pandemia, il numero di esami è calato drasticamente.
Stone e i patologi di tutto il mondo si battono per avere finanziamenti per la ricerca e speriamo che vengano ascoltati. Il loro lavoro infatti trasformerebbe una morte vana in un aiuto per salvare tante altre vite.
Silvia Mulas