Autocoscienza animale: umani e non umani su un continuum

Autocoscienza animale

Autocoscienza animale: si tratta di un riconoscimento che ha permesso l’abbandono di teorie cartesiane e migliorato il trattamento degli animali da parte dell’uomo. È ormai un dato di fatto che l’essere umano non è l’unica specie ad avere tante cose in mente. Sono molte le specie animali a possedere autocoscienza di sé, del mondo circostante e delle relazioni. La scoperta più eclatante è che non si tratta solo di grandi mammiferi come delfini, elefanti o scimmie antropomorfe. Anche insetti, uccelli e polpi presentano le stesse caratteristiche. La coscienza primaria è determinata dalla convergenza di tre centri: intellettivo, motore- istintivo ed emozionale. La sede è il cervello. Recenti studi hanno dimostrato che queste facoltà non sono uniche dell’uomo.  Molte atre specie possiedono i substrati neurologici che generano la coscienza.

Prove di coscienza: il test dello specchio





Nel 2006 l’esperimento chiamato “test dello specchio” ha dimostrato la presenza di coscienza in molti animali. L’elefante asiatico Happy per prima, è stata sottoposta al test nello zoo del Bronx, New York. Happy è stata marchiata con un segno rosso sulla testa e poi posta davanti ad uno specchio. L’elefante non solo ha riconosciuto che si trattava della propria immagine, ma ha anche individuato quel segno rosso come corpo estraneo, toccandolo immediatamente con la proboscide.
Il test è stato superato anche da scimmie antropomorfe, delfini, orche, elefanti, gazze europee e cavalli. Questa nuova consapevolezza ha portato sgomento nel mondo scientifico, tanto da chiedersi se gli animali abbiano diritti umani o personalità giuridica.


Autocoscienza animale: la Dichiarazione Cambridge

Il 7 Luglio 2012 ricercatori cognitivi, neurofisiologi, neuroanatomisti e neuroscienziati computazionali hanno sottoscritto la Dichiarazione Cambridge sulla coscienza. La sua firma è avvenuta  in presenza di Stephen Hawking. La dichiarazione afferma che gli uomini possiedono lo stesso tipo di funzioni di altri animali. Questi, avendo lo stesso cervello, sono altrettanto coscienti, seppure ad un diverso stadio evolutivo. Gli stati comportamentali/elettrofisiologici dell’attenzione, del sonno e del processo decisionale sembrano essere comparsi nella fase iniziale dell’evoluzione.
Le emozioni, negli uomini e negli animali, derivano da reti cerebrali subcorticali omologhe. Questa è la prova irrefutabile della condivisione a livello evolutivo delle emozioni e  degli affetti primari. La Dichiarazione ha avuto l’importante scopo di limitare l’abuso e lo sfruttamento degli animali. Altra scoperta è che la coscienza degli animali si evolve progressivamente. La ragione è solo ipotizzata. Si stima che l’autocoscienza sia utile a sviluppare empatia e creare comunità più unite, aiutando gli atri membri e collaborando per ottenere cibo e potere.



Elena Marullo

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