Auto senza pilota: i produttori temono il bullismo

I produttori di auto senza pilota temono il bullismo, detta così fa ridere,  ma ho semplicemente utilizzato il termine che ha usato The Guardian e la notizia è serissima, nasce dalle preoccupazioni espresse allo stesso giornale da Erik Coelingh che è un alto dirigente (capo tecnico) della Volvo.

auto senza pilota Volvo
Fonte: www.volvocars.com

In particolare Coelingh ha espresso il timore che alcuni automobilisti potrebbero divertirsi a mettere alla prova le auto senza pilota, ad esempio inchiodando improvvisamente davanti con la propria auto o persino mettendosi in mezzo alla strada, forti del fatto che i produttori come la stessa Volvo o Google (che ora ha abbandonato questa corsa all’auto senza pilota che porti il suo marchio ma continuerà a sviluppare le tecnologie da fornire ad altri produttori partner) hanno programmato le auto per un comportamento molto più prudente rispetto al guidatore medio.
Questo non perché non si fidino dei “riflessi” automatizzati dei loro veicoli ma perché per dirla all’inglese “better safe than sorry” e perché al fine di vincere la diffidenza di parte del pubblico vogliono evitare qualsiasi rischio di incidente e finora la politica adottata, anche da Google per esempio, era che i veicoli avessero una guida tranquilla, fossero riconoscibili e avessero persino un aspetto che non potesse essere percepito come aggressivo.
Ora nella politica di Volvo c’è un cambio sul tema della riconoscibilità, le auto che saranno immesse nella prima sperimentazione pilota su alcune delle strade più trafficate di Londra (100 veicoli 4×4) non saranno riconoscibili dall’esterno.  Coelingh ha anche dichiarato che da un punto di vista scientifico sarà interessante marcare alcune di queste auto in modo che siano riconoscibili come auto senza pilota e vedere se gli automobilisti reagiranno diversamente rispetto a come reagiranno a quelle in incognito.
Nel frattempo la Camera dei Lord ha iniziato ad occuparsi delle questioni legali relativa alla presenza delle self-driving cars sulle strade, in particolare la responsabilità assicurativa che poi sono le stesse di cui avevamo già parlato in un precedente articolo sul regolamento emanato dal dipartimento dei trasporti USA.
Le preoccupazioni di Coelingh non sono comunque campate in area, ma sono supportate da uno studio pubblicato all’inizio del mese dalla London School of Economics da cui risulterebbe che i guidatori più aggressivi potrebbero bullizzare gli occupanti di macchine che si guidano da sole, per spiegarla in maniera semplice: se approccio una rotatoria o un incrocio e dovrei dare la precedenza prima di provare a fare il prepotente ci penso due volte, mi chiederò “e se quello è più matto di me (oppure non ha buoni riflessi) s mi viene addosso avendo ragione?”, invece con un’auto che si guida da solo so che è in grado di fermarsi e che lo farà.

Roberto Todini

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