Autismo: diagnosticarlo con il pianto

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Si tratta di uno degli enigmi più complessi per la medicina, da sempre. Attualmente sono ancora sconosciute le sue cause: tante le teorie, le formulazioni, ma nessuna finora che sia risultata soddisfacente. Parliamo di quella che in origine era chiamata Sindrome di Kanner: l’autismo.

L’Istituto Superiori di Sanità sta elaborando un progetto che dovrebbe permettere di individuare e testare precocemente i sintomi dell’autismo, sin dalle prime settimane di vita del neonato. L’Iss, infatti, in collaborazione con i migliori centri italiani che fanno parte del Nida (Riconoscimento precoce disturbi spettro autistico), si propone di scovare delle chiavi importanti di accesso ad una patologia ancora inspiegata.

L’obiettivo è elaborare un test semplice che non richieda la risonanza magnetica e che permetta di diagnosticare l’autismo non oltre il terzo anno di vita, così da intervenire con specifiche terapie di correzione.

 

Il pianto e il movimento come segnali

Gli studi condotti pare abbiano individuato alcuni particolari segnali nel pianto e nei movimenti del piccolo predestinato a sviluppare la patologia. Proprio il pianto, all’apparenza uguale a quello di un neonato non affetto dalla sindrome autistica, presenta delle variazioni quasi impercettibili che lo rendono sintomo di un disagio profondo.

Lo studio è stato condotto mediante la registrazione del pianto di una cinquantina di neonati, classificati ad alto rischio (con fratelli autistici), confrontato poi con altrettanti coetanei a basso rischio (senza precedenti in famiglia). Gli studiosi hanno così potuto isolare un marcatore che ha permesso di individuare (già durante le prime settimane di vita), nel primo gruppo un bimbo predestinato a sviluppare la stessa patologia dei fratelli, e altri sette con neuro sviluppo risultato anomalo.

Secondo quanto riportato dai ricercatori, oltre al pianto, già a 10 mesi si possono individuare delle alterazioni motorie che preludono a un neuro sviluppo anomalo. Altri segnali d’allarme: il bimbo autistico non sorride, non indica nel richiedere, non risponde al nome.

 

La sperimentazione nella ricerca sull’autismo

Lo studio e la ricerca sono ancora tutti in divenire, ma servono davvero tanti passi in avanti per vincere contro questo spettro che affligge migliaia di famiglia in Italia. Il progetto per la diagnosi precoce dell’autismo è stato avviato nel 2011 con fondi pubblici del Ministero della Salute, che ora stanno trovando sostegno nel supporto di ben 650 aziende coinvolte dal presidente della Fondazione ‘I bambini delle fate’, Franco Antonello.

Strutturato in questo modo, il progetto potrebbe anche risultare un esempio di successo di collaborazione tra pubblico e privato. Le aziende, infatti, sono impegnate con il versamento di una quota mensile di 100 euro alla ricerca, al termine della quale la Fondazione pubblicherà il bilancio completo dei contributi e renderà note le modalità in cui sono stati utilizzati.

Il network comprende i migliori centri italiani per la ricerca sull’autismo, come Bambin Gesù, Stella Maris, Campus Biomedico, Cnr, Medea, Policlinico di Messina.

Fonte foto: lastampa.it

 

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