Il presidente della Repubblica austriaca Alexander Van Der Bellen ha incaricato Herbert Kickl, leader del partito di estrema destra FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs, Partito della Libertà Austriaco), di formare un nuovo governo dopo che gli accordi tra i conservatori, i liberali e i socialdemocratici sono saltati e non ci sono state più le condizioni per evitare un governo proprio con l’estrema destra.
La vittoria alle elezioni di settembre
Alle elezioni in autunno, il Partito delle Libertà (FPÖ) ha raggiunto lo status di prima forza austriaca ricevendo il 28,8% dei voti, ma nonostante l’ampia vittoria nessun partito ha scelto di allearsi con il gruppo di chiara ispirazione nazista e perciò per vari mesi gli altri partiti che in successione hanno ottenuto buoni risultati alle elezioni – ovvero il Partito Popolare Austriaco (Övp), il partito liberale Neos e i socialdemocratici dell’Ösp – hanno provato a scendere a compromessi tra di loro pur di isolare FPÖ.
Dalle ultime elezioni nel 2017 il Partito delle Libertà ha aumentato il proprio elettorato data la sua abilità a sfruttare le difficoltà economiche nazionali – la disoccupazione in crescita, il costo della vita sempre più elevato – cavalcando l’esasperazione di chi non riesce ad arrivare a fine mese, mentre cresce anche la percentuale di popolazione con un background migratorio (circa il 27% del totale, secondo quanto certificato dall’Istituto nazionale di Statistica), il ché alimenta l’insofferenza dei populisti di estrema destra.
Il cancelliere Nehammer getta la spugna
Ci avevano provato Övp, Neos e Ösp a formare una coalizione di governo ma l’impossibilità di trovare un accordo a causa dell’uscita di scena dei liberali di Neos, non disposti a trattare con l’ultradestra, ha portato il cancelliere popolare Karl Nehammer a dimettersi dalla carica di capo del governo e da segretario del partito. Il suo successore Christian Stocker ha subito messo in chiaro la sua disponibilità a dialogare con Kickl.
A fermare tutto è stato il presidente della Repubblica Alexander Van Der Bellen che, intimorito da possibili elezioni anticipate che potrebbero portare al successo – oltre il 35% – il partito di Kickl e dare al FPÖ una posizione di forza in parlamento, ha scelto di affidare al capo dell’estrema destra l’incarico di formare il governo cercando di limitare i danni.
Kickl e le ambizioni del Partito delle Libertà
L’obiettivo di Kickl è semplice e chiaro, come ha ribadito in chiusura della sua campagna elettorale: vuole costruire la “Fortezza Austria”, agitando in maniera anche scomposta lo spettro dell’emergenza sicurezza (un tema assai caro a tutti i partiti di estrema destra europei, che lo applicano quasi in fotocopia) perché “siamo sotto la minaccia degli immigrati stranieri” dichiara continuamente Kickl. Proprio l’immigrazione è considerata l’unica causa dell’allerta terrorismo in Austria, aumentata al quarto livello, e su questo Kickl ha basato la campagna elettorale che può valere la nomina di “Volkskanzler” (Cancelliere del Popolo), termine che veniva usato anche da Adolf Hitler.
Come definire l’FPÖ? Potremmo fare riferimento a quello che gli studiosi chiamano partito populista di (estrema) destra, o nella sua forma inglese (radical) right-wing populist party o (R)RPP. In questo senso, la sua ascesa non sarebbe che da comprendersi all’interno di un quadro occidentale che ha visto personaggi come Donald J. Trump e Matteo Salvini arrivare al potere, senza dimenticare i successi elettorali di partiti come il Rassemblement National francese.
L’estrema destra in Europa
Anche in Austria il partito populista di riferimento ha toccato la soglia del 30% come successo in Germania (AFD), in Italia (Fratelli d’Italia) e in Francia (il Rassemblement National di Marine Le Pen). Oggi l’estrema destra ha una presenza, più o meno di peso, in dieci nazioni europee su ventisette: Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia, Finlandia, Croazia, Lituania, Slovacchia e Grecia.
A fare scalpore sono i risultati ottenuti in Francia ed in Germania, dove la destra ha vinto anche alle elezioni regionali, nei due Paesi che influenzano maggiormente le sorti dell’Ue. Il trend di crescita appare inarrestabile, il ché rende verosimile che da qui a breve la destra, più o meno estrema, possa arrivare a conquistare una presenza all’interno dei governi nella maggioranza dei Paesi europei.