È giusto prevedere 14 euro in più per i docenti? Ammonterebbe a tanto l’aumento stipendio degli insegnanti, secondo la previsione di rinnovo del CCNL dei dipendenti della scuola pubblica.
Il contratto
Un contratto che viene da dieci anni di sofferenza e di blocco totale, poi giunto ad un accordo esiguo per il biennio 2016-2018, e che ancora una volta mortifica la funzione sociale del docente, la cui dignità ogni anno che passa viene denigrata. Considerando che un docente in media ha almeno due titoli universitari o post universitari, a parità di investimento conviene fare il docente? Per non parlare poi della poca considerazione, rispetto a famiglie sempre più distratte e sempre più pretenziose di dettare le loro condizioni.
Il Ministro
Il Ministro Bussetti, proprio in questi giorni, ha ribadito che è pronto a valorizzare la categoria e che quindi aumenti equipollenti alla preparazione dei docenti, dovranno essere applicati entro i prossimi cinque anni. Una strategia per riportare alla rispettabilità un mestiere fondamentale per la crescita della società o semplice demagogia? Sicuramente le parole del titolare di viale Trastevere non sono state prese bene dalla categoria docente. In un momento storico così delicato occorrerebbe fare proposte concrete e immediate, piuttosto che paventare promesse per il futuro.
La scuola
Oggi gli insegnanti e la scuola si sono quasi interamente sostituiti alle famiglie, cercando di riempire il vuoto lasciato da genitori a volte assenti o a volte confusi dalle vicissitudini personali; i buoni insegnanti, e con loro la scuola come istituzione, sono presenti laddove spesso il disagio si tocca con mano. I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento che solo una comunità coesa e preparata è in grado di affrontare. Eppure la scuola è in apnea da anni, risorse e strutture si fanno sempre più scadenti e il rispetto dell’insegnante come figura chiave della società è ormai passato in secondo piano, tranne considerare la scuola un parcheggio gratuito per i propri figli.
Secondo alcuni sindacati se l’inflazione è salita di 12-14 punti negli ultimi dieci anni, gli stipendi, anche se incrementati attualmente dell’1,9%, rimangono di fatto sempre fermi, pertanto un aumento stipendio per gli insegnanti medio di 17 euro è praticamente inutile, non sufficiente e aggiungiamo offensivo per dei cittadini meritevoli che lavorano per lo Stato fornendo un servizio essenziale: la cura, l’educazione, la formazione, la progettazione del futuro delle nuove generazioni!
La proposta
Per il reddito di cittadinanza occorrono circa 7 miliardi, mentre ne basterebbero 5 per adeguare gli stipendi del comparto pubblico al trend inflazionistico. E questo sarebbe il minimo per rispettare tutti quei professori che ogni giorno si sforzano di fornire una prestazione professionale, ma che negli ultimi dieci anni hanno visto il loro stipendio perdere potere d’acquisto e con esso scendere nella scala sociale nonostante la lunga trafila degli studi. Se fino a vent’anni fa bastava il diploma dell’Istituto Magistrale, nel tempo sono sopraggiunte le lauree specifiche, i concorsi a cattedre, poi le Scuole per l’insegnamento con il tirocinio e altri anni di studio e precarietà; negli ultimi anni si era arrivati ad altre soluzioni, peraltro insufficienti e ingarbugliate, mentre oggi si attende un concorso di abilitazione che sembra non vedere mai la luce.
Gli insegnanti sono i dipendenti pubblici con il più alto grado di titoli e di specializzazione! Se poi l’insegnante non svolge solo attività didattica e pedagogica, ma è anche coordinatore, referente, funzione strumentale, segretario, vicepreside, accompagnatore alle gite scolastiche, progettista, valutatore, a cui sono richieste competenze, life skills e abilità tecniche che vanno oltre la propria conoscenza disciplinare, si capisce bene che un congruo aumento dei salari rappresenterebbe il minimo sindacale per ricominciare a costruire la sua immagine di professionista a tutto tondo.
Jenny Canzonieri