Tra gli aspetti critici più importanti del diffondersi del Covid-19 vi sono quelli di natura economica.
Le migliaia di morti e di ammalati e la difficile situazione degli ospedali, certo, è ciò che merita maggiormente la nostra attenzione, ma c’è un altro dato su cui vale la pena soffermarsi ed è quello che fa riferimento all’aumento delle richieste di aiuti alimentari.
A fornire i numeri che rendono conto dell’emergenza sono state diverse associazioni, tra cui Coldiretti e la Caritas Italiana.
Quest’ultima, in un comunicato pubblicato in data odierna, ha affermato che nelle varie strutture sparse sul territorio italiano il numero di richieste di aiuti alimentari è aumentato notevolmente. L’incremento registrato va dal 20 al 50 per cento. Questi dati riguardano tutte le forme in cui il servizio viene attualmente erogato, dalla messa a disposizione di buoni spesa alla consegna di pacchi a domicilio.
Il comunicato rende conto anche dell’aumento dei finanziamenti destinati alle attività di distribuzione di generi alimentari.
Dei 10 milioni che erano stati stanziati dalla Conferenza episcopale italiana (CEI) per la gestione dell’emergenza, 2 milioni sono stati già utilizzati per far fronte all’incremento del numero di coloro che necessitano di aiuti alimentari. Nella stessa nota la Caritas afferma anche che altri 4 milioni verranno distribuiti, con lo stesso indirizzo, alle strutture situate nelle regioni più colpite.
I numeri forniti dalla Caritas risultano in linea con quelli contenuti negli ultimi rapporti redatti da Coldiretti.
Le persone che lo scorso anno avevano avanzato delle richieste di aiuti alimentari erano state circa 2,7 milioni. L’organizzazione degli imprenditori agricoli ha calcolato che a questi, nell’ultimo periodo, si sono aggiunti circa mezzo milione di individui che riscontrano difficoltà a procurarsi autonomamente generi alimentari.
Tra i motivi principali di questo aumento della povertà, inutile dirlo, vi è la perdita delle occasioni di lavoro, compreso quello di tipo stagionale. Proprio in questo periodo dell’anno, infatti, con l’avvicinarsi dell’estate, si aprono normalmente importanti possibilità di impiego in diversi settori.
Le maggiori criticità si riscontrano nel mezzogiorno e, seppur in misura notevolmente minore, nella regione più colpita dalla diffusione del Virus, la Lombardia.
Questi i numeri percentuali forniti da Coldiretti:
Il 20% degli indigenti si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia ma situazione diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria.
Diverse azioni sono state intraprese per assistere le persone che si trovano in difficoltà.
Le associazioni che già prima della diffusione del Corona Virus si occupavano della distribuzione di generi alimentari, hanno dovuto rimodulare i propri servizi ma non hanno smesso di prestare aiuto alle persone più deboli. Tra le principali realtà che in Italia si occupano di svolgere questo servizio vi sono il Banco Alimentare, la Comunità di Sant’Egidio e la Croce rossa Italiana.
Per far fronte alla situazione di emergenza eccezionale che l’Italia sta attraversando, però, sono anche sorte molte iniziative dedicate.
Nei vari comuni italiani, come è stato ampiamente documentato, si sono verificate molte esperienze di solidarietà spontanea tra la cittadinanza. Vale la pena segnalare la campagna “Spesa sospesa”, lanciata dalla Fondazione Campagna amica che ha preso spunto dalla pratica del “caffè sospeso”.
Coloro che già sono soliti fare la spesa dai mercati e dalle fattorie convenzionati con la Fondazione, possono decidere di donare dei generi alimentari che verranno distribuiti, in accordo con i diversi comuni, alle persone che ne hanno più bisogno. Vi è, in alternativa, la possibilità di fare una donazione che servirà all’acquisto di prodotti a km zero che verranno egualmente ripartiti.
La necessità di prendere dei provvedimenti per far fronte alla crescita di richieste di aiuti alimentari è stata recepita anche a livello istituzionale.
Al fine di implementare il fondo per l’aiuto agli indigenti, nel decreto soprannominato “Cura italia” erano stati stanziati 50 milioni.
La misura più importante in questo senso, però, è quella che è stata annunciata nella conferenza stampa congiunta del Primo Ministro Conte e del Ministro dell’Economia e delle finanze Gualtieri. Il provvedimento illustrato in quell’occasione, infatti, riguardava proprio lo stanziamento di 400 milioni da distribuirsi ai diversi comuni italiani. Le realtà locali sono chiamate ad utilizzare quelle risorse per l’incremento delle misure di assistenza dei più poveri, come l’acquisto di beni alimentari o la distribuzione di buoni spesa.
Il Presidente Conte e il Ministro Gualtieri, nel corso della conferenza stampa, hanno più volte ripetuto che il governo ha scelto di adottare tali misure spinto dalla volontà di non lasciare indietro nessuno.
Questa, forse, è un’altra lezione che possiamo custodire per quando l’emergenza sanitaria sarà finita e saremo chiamati a scegliere quali principi debbano guidarci nella ripartenza.
Silvia Andreozzi