Aumento della violenza dei coloni e delle incursioni israeliane in Cisgiordania

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Andrea Umbrello

Direttore Editoriale di Ultima Voce


Negli ultimi nove mesi, il numero di incursioni israeliane nelle comunità palestinesi in Cisgiordania è triplicato, parallelamente all’escalation degli attacchi dei coloni israeliani illegali. Gli attacchi non si limitano a semplici incursioni, ma comprendono anche arresti e aggressioni fisiche, contribuendo a un clima di crescente tensione e insicurezza nella regione.

Arresto a Nablus

Sabato scorso, 13 luglio, le forze speciali israeliane sotto copertura hanno arrestato Muhammad Shabaro, un giovane palestinese ed ex detenuto, durante un raid nella Città Vecchia di Nablus. Questo episodio non è isolato ma rappresenta una tendenza all’aumento delle operazioni militari israeliane nella regione. Shabaro è stato prelevato in pieno giorno, in un’operazione che ha seminato il panico tra i residenti locali. L’azione militare ha suscitato indignazione e proteste, con la comunità internazionale che ha chiesto spiegazioni e il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Attacchi dei coloni a Huwara e Hebron

In coincidenza con la sentenza della Corte internazionale di giustizia (ICJ) che dichiarava illegale l’occupazione israeliana della Cisgiordania, coloni israeliani hanno attaccato palestinesi nella città di Huwara, vicino a Nablus, incendiando aziende e campi. Gli attacchi non si sono limitati alla distruzione di proprietà ma hanno coinvolto aggressioni fisiche dirette, creando un clima di terrore tra i residenti palestinesi. Venerdì scorso, coloni ebrei hanno aggredito una famiglia palestinese sulle colline a sud di Hebron, picchiando violentemente una donna che ora è ricoverata in ospedale. La donna è stata colpita con tale brutalità che ha riportato gravi ferite, suscitando la condanna di organizzazioni per i diritti umani e richiamando l’attenzione dei media internazionali.

Escalation della violenza dei coloni

Secondo un rapporto dell’ONU, nei nove mesi dall’inizio della guerra di Israele a Gaza, sono stati documentati 1.000 attacchi di coloni in Cisgiordania, con una media di quattro attacchi al giorno. Questi attacchi hanno causato la morte di 10 palestinesi, tra cui due bambini, e il ferimento di 234 persone. Gli avamposti agricoli illegali, spesso utilizzati per confiscare terre palestinesi, sono diventati uno dei metodi principali impiegati da Israele per espandere il controllo sulla Cisgiordania. Un rapporto di luglio del gruppo per i diritti umani B’Tselem ha evidenziato questa tattica come strumento chiave per l’espulsione delle comunità palestinesi. La creazione di avamposti non solo viola il diritto internazionale ma è anche illegale secondo le leggi israeliane, tuttavia, le autorità israeliane spesso chiudono un occhio su queste attività, permettendo ai coloni di agire impunemente.

Politiche del ministro della Sicurezza Nazionale

L’aumento della violenza dei coloni coincide con le politiche del ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha iniziato ad armare pesantemente i coloni in Cisgiordania. Dopo l’inizio della guerra, Ben Gvir ha acquistato 10.000 fucili per le squadre di sicurezza civili, specialmente nelle città miste arabo-ebraiche e negli insediamenti della Cisgiordania. Una decisione che preoccupa riguardo all’ulteriore militarizzazione della regione e al potenziale incremento delle tensioni. Le armi fornite ai coloni sono spesso utilizzate più che per la loro difesa, anche per intimidire e attaccare i palestinesi, contribuendo a un ciclo di violenza che sembra non avere fine.

Obiettivi di annessione

L’annessione della Cisgiordania, le incursioni israeliane e l’espulsione della popolazione palestinese sono obiettivi chiave per Ben Gvir e per la coalizione di governo guidata dal primo ministro Benjamin Netanyahu. In risposta alla sentenza della Corte internazionale di giustizia, Ben Gvir e il ministro Bezalel Smotrich hanno chiesto l’annessione di vaste zone della Cisgiordania. Questa posizione non è nuova, ma rappresenta una delle dichiarazioni più forti a favore dell’annessione, ignorando completamente le implicazioni legali e umanitarie. La comunità internazionale ha espresso profonda preoccupazione per queste intenzioni, temendo che possano portare a una nuova fase di conflitto e instabilità nella regione.

Influenza politica esterna

Miriam Adelson, cittadina statunitense di origine israeliana e vedova del miliardario Sheldon Adelson, ha promesso di spendere oltre 100 milioni di dollari per sostenere la campagna presidenziale di Donald Trump. Adelson ha indicato che avrebbe cercato di influenzare Trump a consentire l’annessione della Cisgiordania se avesse vinto un secondo mandato. La preoccupazione è che l’influenza dei potenti lobbisti altererà notevolmente le politiche internazionali a favore di obiettivi specifici, indipendentemente dalle leggi internazionali e dai diritti umani.

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