Da quasi due settimane, gli Stati Uniti oramai sono il Paese con il più alto numero di contagiati da Coronavirus. Donald Trump ha inizialmente sottovalutato la pandemia e adesso gli USA contano 432.438 contagiati, di cui 14.808 morti. Ma nel Paese c’è anche un altro virus che si sta espandendo – o meglio, che sta aumentando vertiginosamente i suoi contagi. In America, infatti, si registra un aumento delle discriminazioni razziali verso le minoranze etniche, tanto contro gli afroamericani quanto soprattutto verso gli asiatici.
Il Coronavirus ha avuto il suo primo focolaio a Wuhan, in Cina, e da lì, negli USA, le tensioni verso gli asiatici hanno registrato un’escalation. Ma, in particolare, il rischio sta aumentando anche per tutte le altre minoranze, compresi gli afroamericani. Negli Stati Uniti non è stato imposto un lockdown totale come in altre nazioni, ma solo delle severe raccomandazioni. In tutto il Paese si vedono persone che escono munite di guanti e mascherine, ma non tutti possono disporre di questi presidi. Quindi i cittadini sono costretti a utilizzare foulard, sciarpe o bandane, entrando in locali pubblici con il volto parzialmente coperto. In questo senso le testimonianze di certi afroamericani sono raccapriccianti. Il rischio, per loro come per altre minoranze, è di essere assaltati perché scambiati per malviventi. Solo perché sono neri o asiatici.
L’aumento delle discriminazioni razziali crea rischi per le minoranze
La paura è un sentimento che sta infestando il mondo e, se certi Paesi stanno vivendo la fase calante del picco, negli Usa ancora non si sa quando questa pandemia allenterà la propria morsa. Da non dimenticare che proprio Donald Trump, ai primi di marzo, accusò la Cina di non aver saputo gestire l’emergenza infettando il resto del mondo. E The Donald, a oggi, conta un apprezzamento del 49% secondo la società di analisi americana Gallup. Quindi in questo clima di reclusione, sentimenti di paura ed esclusione dilagano tanto nelle grandi città quanto nei territori più conservatori. E le dichiarazioni di Trump non hanno fatto che aumentare l’odio verso certe categoria etniche.
Soggetti che in precedenza venivano emarginati perché appartenenti a una minoranza, oggi subiscono un rincaro dell’esclusione per paura di essere anche untori. Ciò è senza dubbio connesso alle forti problematiche sociali interne al Paese. Le minoranze, le classi sociali più povere, i senza tetto, non possono difatti permettersi una copertura sanitaria e, dunque, subiscono in primis i disagi medico-economici scatenati dal Coronavirus. Questo ha portato molte persone a pensare bene se uscire di casa per rifornirsi di beni di prima necessità senza avere una mascherina.
Mangiare è importante, ma anche evitare di farsi sparare
Sul Guardian, Aaron Thomas, un corrispondente da Columbus, nell’Ohio, lo ha detto espressamente:
Non mi fido ad entrare in un negozio di alimentari con la faccia coperta senza il rischio di essere disturbato o di essere seguito. Non confido che mi sarà permesso di vivere con la mia pelle nera e di poter acquistare generi alimentari o altre necessità senza dover spiegare il mio intento e la mia presenza, o che indossare una maschera di fortuna mi permetterà di tornare a casa mia.
Afroamericani e asiatici sono le minoranze più colpite da questa paura per il vicino-di-casa-non-americano. Può sembrare una storia già sentita, e purtroppo ci sono stati esempi simili anche in Italia all’inizio dell’emergenza. Ma, negli Stati Uniti, l’esaltazione di ogni ideale arriva a picchi smisurati, dal patriottismo alla competizione e, in questo senso, anche l’aumento delle discriminazioni non viene risparmiato.
Riccardo Belardinelli