Tra pandemia e lockdown, con le persone costrette a passare più tempo in casa, si è registrato un aumento delle adozioni e affidamenti di animali domestici.
Il trend statunitense
Il dato più impressionante arriva dagli Stati Uniti dove Foster Dogs ha registrato un aumento delle richieste del 1000%.
«Non abbiamo cani. È la prima volta che ci troviamo a scrivere un messaggio simile», questo il messaggio del Chicago Animal Care and Controlo Adoptable Pets. C’è stato un vero e proprio assalto a canili e gattili per le adozioni. Il lockdown, infatti, ha spinto molte persone a decidere di prendere con sé un animale domestico, per tenersi compagnia o per fare compagnia ai bambini. Prima, con i ritmi lavorativi, chi voleva un animale ha sempre rimandato la decisione per timore di non prendersene cura adeguatamente; ma ora che il lavoro è stato per molti sospeso, il momento sembra favorevole.
Non solo: molti hanno sfruttato questo aumento delle adozioni per incoraggiarle ulteriormente, ad esempio con dirette facebook.
Gli esempi europei
Un trend positivo non solo negli Usa ma anche in Europa: l’incremento si è visto soprattutto in Regno Unito, Spagna, Italia, Belgio. Qui il direttore del rifugio Sans Collier ha dichiarato un aumento delle adozioni del 15% e un crescente interesse nelle richieste.
In Francia il governo ha stabilito una deroga al confinamento per tutti quelli interessati ad adottare gli animali in stallo nei rifugi. Il Ministro dell’Interno ha accolto la richiesta dell’Associazione per la protezione degli animali, che si era vista costretta a chiudere i suoi 62 rifugi.
Anche in Spagna, come già detto, le richieste sono aumentate destando, però, non poche preoccupazione. Il rischio, infatti, è quello di adozioni fraudolente. Ma non è tutto: su alcuni siti sono apparsi annunci di proprietari disposti ad affittare il proprio cane per passeggiate all’esterno.
Non è noto se queste adozioni o affidamenti siano dovute a interessi veramente onesti da parte degli adottanti o se siano semplicemente destinati ad avere una scusa, da parte dei nuovi proprietari dei canidi, per poter passeggiare in strada
(Unità Ambiente dell’Ufficio del Procuratore Generale)
Una preoccupazione condivisa da molti, non solo in Spagna, nel vedere questo repentino aumento delle adozioni. Il timore è che, una volta stabilizzata l’emergenza sanitaria e allentate le misure restrittive, si possa andare incontro a una nuova ondata di abbandoni.
Italia: aumento sì, ma timido
In Italia la situazione è leggermente diversa. Con l’arrivo del virus Sars-Cov-2 si sono iniziate a diffondere notizie di abbandoni, dovute alla credenza di un possibile contagio da parte dei nostri animali domestici. Notizia che sta timidamente tornando a diffondersi, ma smentita più volte. Eppure nonostante queste prime difficoltà, anche in Italia c’è stato un aumento delle adozioni: dopo tre anni di bilancio negativo, il 2020 ha visto le richieste risalire. I numeri non sono da capogiro come quelli statunitensi, ma tra marzo e ottobre l’ENPA ha portato a termine 650 adozioni, confermando il trend positivo.
Non manca la volontà di adottare ma ci sono delle difficoltà oggettive: alcuni rifugi sono chiusi, altri ricevono solo su appuntamento ed in questo momento di emergenza non si può uscire di casa se non in caso di estrema necessità . Però le adozioni ci sono, sono solo posticipate: ci sono state molte richieste a distanza con la promessa di portare a casa il cane o il gatto quando verrà meno il blocco. E questo è un bel segnale
(Carla Rocchi, ENPA)
Il randagismo in Europa
Nonostante quest’ultimo anno favorevole, il randagismo e l’abbandono rimangono un grave problema riconosciuto anche dal Parlamento Europeo. Le problematiche a esso legate sono di natura economica, sanitaria ed ecologica. Secondo l’Organizzazione mondiale per la salute animale i cani randagi sono spesso veicolo di malattie come rabbia e toxoplasmosi; il randagismo, inoltre, si lega alla complicata situazione economica di rifugi e canili che non sempre possono far fronte ai costi di mantenimento.
Alla luce di ciò, una delle richieste mosse alla Commissione Europea è quella di prendere decisioni più efficaci. Alle leggi che puniscono l’abbandono, comunque spesso difficile da dimostrare e contrastare, andrebbero affiancate campagne di sensibilizzazione e incentivi all’adozione. Dal 2018 in Parlamento giace una proposta di risoluzione per la sterilizzazione obbligatoria di cani e gatti in Europa. Tra tutti gli stati membri dell’Unione si stimano 100 milioni di cani liberi e un numero di due volte superiore di gatti; il costo una tantum per la sterilizzazione risulta più vantaggioso se confrontato alle spese necessarie per il prelievo, il mantenimento e la custodia degli animali abbandonati.
L’auspicio e l’invito –non ancora preso in considerazione- è che gli stati membri adottino strategie globali e comuni. Questo anche per evitare l’eutanasia, pratica ancora legale in molti paesi che non hanno adottato una legge “no kill” come in Italia.
L’esempio olandese
Un esempio virtuoso arriva dall’Olanda che è riuscita a debellare il randagismo; come è stato possibile? L’Olanda ha messo in pratica una forte campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali, coinvolgendo attivamente la popolazione. A questa si è aggiunta la nascita di molte associazioni volontarie e rifugi che si offrono a titolo gratuito per il recupero dei randagi: oggi si contano più di duecento canili in tutto il Paese.
Dal punto di vista legislativo, l’Olanda ha introdotto l’obbligo di castrazione, eseguita gratuitamente nelle cliniche veterinarie; sono stati poi stabiliti dei giorni mensili in cui si può vaccinare, sempre gratuitamente, il proprio animale. Per la tutela degli stessi, invece, è stata introdotta una branca apposita nella polizia olandese, che si occupa dei casi di maltrattamento e abbandono. Crimini, questi, punibili con tre anni di carcere e fino a 17mila euro di multa. Infine, il governo ha incoraggiato i cittadini ad adottare un animale domestico: a tale scopo è stata utile anche la stampa, che si mostra molto attenta al fenomeno.
L’augurio è che questo aumento delle adozioni non si risolva in abbandoni di massa e che più paesi decidano di porre l’attenzione su questa problematica, prendendo spunto dalle politiche olandesi.
Marianna Nusca