La questione dell’inclusione scolastica è diventata uno degli argomenti più rilevanti nel dibattito educativo degli ultimi decenni. Tuttavia, mentre il sistema scolastico italiano si trova a fronteggiare un aumento costante di ragazzi con disabilità, la capacità di garantire supporto adeguato si fa sempre più fragile. Negli ultimi tre anni, infatti, il numero di alunni con disabilità è aumentato di 60.000 unità, un dato che evidenzia la crescente domanda di risorse, competenze e soluzioni educative. In questo contesto, l’allarme lanciato dall’ex insegnante ed esperto di didattica Flavio Fogarolo durante il convegno “Continuità e coerenza educativa nei diversi contesti di vita” mette in luce una realtà preoccupante: il sistema scolastico è in difficoltà e l’incapacità di garantire un supporto regolare, costante e stabile rischia di compromettere le politiche inclusive.
Un sistema sotto pressione
Fogarolo, noto anche per essere l’ideatore del gruppo Facebook “Normativa Inclusione“, ha sottolineato come le prestazioni scolastiche per gli studenti con disabilità siano estremamente disomogenee. La scuola italiana presenta realtà molto diverse tra loro, dove l’inclusione riesce a funzionare bene in alcune scuole, ma è un fallimento in altre. “In alcune scuole l’inclusione è una pratica quotidiana che riesce a coinvolgere tutti i membri della comunità scolastica, mentre in altre si osservano situazioni catastrofiche”, ha dichiarato l’esperto. Questa disparità non è più sostenibile, soprattutto considerando che l’onere di garantire una scuola inclusiva ricade in gran parte sugli insegnanti di sostegno, senza il giusto supporto e senza una responsabilizzazione collettiva dell’intero corpo docente.
La problematica, tuttavia, non si limita al numero di insegnanti disponibili o alla loro formazione. Il sistema scolastico italiano deve affrontare una carenza strutturale di risorse e personale stabile. È un dato di fatto che da anni il personale di sostegno sia frequentemente precario, con contratti a termine e l’inserimento di figure professionali specializzate che spesso risulta insufficiente o disomogeneo. In alcuni casi, gli insegnanti di sostegno sono costretti a coprire più classi, a volte con pochi mezzi e senza il tempo necessario per costruire una relazione educativa solida con gli studenti.
La scuola, un luogo di inclusione disomogeneo
Le disuguaglianze nell’applicazione dell’inclusione scolastica sono una delle problematiche più urgenti da affrontare. In alcune realtà scolastiche l’inclusione funziona e gli studenti con disabilità riescono a integrarsi nel contesto educativo e sociale, ma in altre si registrano fallimenti gravi. Le “prestazioni disomogenee” che Fogarolo descrive sono un chiaro indicatore della necessità di riforme sistematiche e di un potenziamento delle risorse destinate all’inclusione scolastica. È necessario che l’inclusione non sia più una pratica casuale, ma un processo educativo strutturato che coinvolga tutte le scuole e non dipenda solo dalla buona volontà di alcuni docenti.
Un altro aspetto cruciale è la collaborazione tra i vari attori coinvolti nel processo educativo. Non è sufficiente affidare l’intera responsabilità dell’inclusione agli insegnanti di sostegno. “È assolutamente sbagliato deresponsabilizzare il resto della scuola”, ha affermato Fogarolo, evidenziando che l’inclusione deve diventare una responsabilità condivisa tra tutti gli attori scolastici, comprese le famiglie e le comunità locali. L’attività didattica quotidiana deve essere progettata per garantire pari opportunità di apprendimento a tutti gli studenti, senza discriminazioni dovute alle loro capacità.
La necessità di una rete educativa solida
Il convegno organizzato dal gruppo Api (Alleanza pedagogica per l’inclusione), a cui hanno partecipato numerosi esperti, educatori e professionisti del settore, ha rappresentato un’opportunità di riflessione sulla costruzione di una rete educativa solida e coesa. Carmen Canevari, coordinatrice del gruppo Api, ha sottolineato l’importanza di promuovere una cultura inclusiva e solidale, che favorisce la collaborazione tra tutte le realtà coinvolte nel sostegno alle persone con disabilità. L’obiettivo è quello di fare rete, creando sinergie tra scuole, servizi territoriali, famiglie e associazioni, per garantire risposte adeguate ai bisogni degli studenti.
L’assessora con delega all’Inclusione sociale, Nicoletta Corvi, ha partecipato all’incontro, ribadendo l’importanza di creare un’alleanza sinergica tra scuole e servizi territoriali. Secondo Corvi, “è fondamentale creare un’alleanza che condivida strumenti di lavoro e approcci comuni nei confronti dei ragazzi e delle ragazze”, in modo da evitare frammentazioni e disomogeneità nei percorsi educativi.
Politiche scolastiche possibili
Se da un lato l’inclusione scolastica rappresenta un passo importante verso una società più giusta, dall’altro le politiche attuali rischiano di non essere sufficienti a sostenere la crescente domanda di servizi educativi inclusivi. Aumentare il numero degli insegnanti di sostegno non basta: è necessaria una riforma profonda del sistema educativo che garantisca formazione continua, risorse adeguate e maggiore stabilità nel personale scolastico. Solo così sarà possibile assicurare continuità educativa per gli studenti con disabilità e prevenire che le disuguaglianze tra scuole diventino un ostacolo insormontabile.
L’aumento della popolazione con disabilità e la crescita continua dei bisogni educativi speciali pongono una sfida che il sistema scolastico italiano non può più ignorare. La qualità dell’inclusione scolastica dipende dall’impegno collettivo e dalla capacità di costruire un sistema che integri efficacemente tutti gli studenti, senza lasciare indietro nessuno. La scuola deve essere un luogo in cui ogni ragazzo ha il diritto di essere protagonista del proprio percorso educativo.